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Il Napoli è una solida squadra che regge la tensione della Champions

Per come si erano mese le cose, l’infortunio di Cannavaro su gol di Mata e il vantaggio del Chelsea dopo le paratissime di Cech su Cavani e Maggio, considerando anche lo smarrimento della squadra per il rovescio subito, meritando invece di stare avanti, la vittoria del Napoli sulla squadra londinese è stata un’autentica impresa.Ed è stato ancora una volta il Napoli di Mazzarri che alla squadra ha trasmesso le sue doti caratteriali, grinta, forza di volontà, applicazione maniacale, sacrificio, orgoglio di battersi e capacità di giocarsela con gli squadroni altisonanti. Il Napoli, nelle sue esibizioni migliori, nella tenacia e nella “rabbia” di non sentirsi mai battuto, è lo specchio del tecnico livornese.
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­La rimonta sul Chelsea è firmata Mazzarri. E’ firmata dagli “umili” della difesa che hanno assorbito il contraccolpo dello svantaggio e hanno fatto blocco per tenersi a galla, ammucchiandosi con poco stile e molta ansia, ma con tanta concretezza, da vecchia difesa all’italiana che costruisce poco ma spazza tutto. E’ firmata da Walterino Gargano che al 93’ corre ancora per assestare agli inglesi la botta definitiva della qualificazione. E’ firmata dal sacrificio di Maggio e Zuniga, difensori aggiunti, dal ritrovato splendore di Inler che pennella lanci per il gol, dal lavoro oscuro di Hamsik, un campione che si fa gregario nelle condizioni difficili. Ed è la vittoria esaltata da un grandissimo Cavani che si erge da gigante sul match, va a segno con l’impeto di un guerriero alato e confeziona quattro palle-gol regalandone tre a Lavezzi che una la spreca, una la mette dentro facile e la prima la realizza con un portentoso tiro a giro a fil di palo dopo avere spiazzato i difensori centrali del Chelsea. E’ naturalmente la vittoria del Pocho che entra con una “doppietta” fra i goleador della Champions e che incoraggia la squadra col suo talento elettrico, con la sua caparbietà, forse secondo solo a Gargano per impegno e dispendio di energie, spesso lottatore solitario contro le difese avversarie.

Il Chelsea, avendolo seguito dal giorno del sorteggio che lo opponeva al Napoli, ha giocato la migliore delle sue ultime cinque partite (però tre pareggi e due sconfitte). Se il Napoli poteva fare cinque gol, gli inglesi ne avrebbero potuto realizzare altri tre, sfuggiti a Luiz, Ramires e Cahill (mira alta con la difesa azzurra che si apriva). Condannato da una difesa disastrosa e dal feeling che non c’è col suo allenatore, il Chelsea è stato avversario meno pericoloso del Manchester City, ma per batterlo c’è voluto un super Napoli e un devastante Matador. Ha assediato gli azzurri per lunghi tratti, ma non aveva il miglior Drogba. E ha giocato con Essien e Lampard solo negli ultimi venti minuti a conferma della sconsideratezza di Villas-Boas in guerra con la “vecchia guardia”. Asley Cole, poi, è entrato solo per l’infortunio di Bosingwa schierato inopinatamente a sinistra. Il Napoli ha il 70 per cento delle probabilità di qualificarsi ai quarti perché fra ventuno giorni nessun nuovo allenatore che dovesse sostituire Villas-Boas potrà allestire una difesa imbattibile dovendo per giunta assolutamente vincere con due gol di scarto senza subirne, o farne quattro subendone uno, e via dicendo, e perciò sbilanciarsi offrendosi al contropiede napoletano. E perché il Napoli non è più una sorpresa e una variante impazzita della Champions, ma è una solidissima squadra che regge la tensione, i rischi, le difficoltà e il “peso” di avversari più esperti, una squadra che fra le prime otto d’Europa ci sta benissimo e ha tifosi immensi con un cuore grande che scoppia di felicità.

Mimmo Carratelli

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