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Battere il Genoa prima che ci lasci il presidente

Prima che il forbito presidente De Laurentiis ci lasci perché lo stiamo deludendo, il calcio è l’unica cosa che funziona a Napoli, che cos’altro andiamo cercando, dai tempi del pibe non l’avevamo più avuta una squadra di soddisfazione, ecco, se le cose stanno così, andiamo a vincere a Genova e saremo tutti contenti. Magari faremo un passo avanti per il quinto posto che sembra essere diventato, ufficialmente, il traguardo della stagione, per niente disprezzabile, oltretutto siamo in corsa in Champions e in Coppa Italia. Mettiamoci sereni. La Lazio, quinta, è a quattro punti e qualcosa si può fare.

Che cosa ci consentirà di fare il Genoa, nella sua ennesima trasformazione di squadra sempre nuova, è un mistero. Due settimane fa, al debutto casalingo Marino (al posto di Malesani) ha battuto l’Udinese in un match gladiatorio (3-2) con i “nuovi” Biondini e Gilardino in campo. Contro il Napoli avrà anche Sculli, un tipetto poco raccomandabile della Locride. La Gradinata Nord è impazzita di gioia e ora vuole rivedere “quella” squadra contro il Napoli. Prima certezza: gli azzurri avranno addosso un Genoa “formato Colosseo”. Il campo di Marassi, incassato fra le gradinate, si presta ad essere un’arena infuocata. Partita per uomini veri e chi ci sta deve dare il massimo. Sarà un match elettrico, di lunghe sciabolate, di corse frenetiche, di contrasti decisi. Le difese avranno un gran lavoro (quella genoana è la terza peggiore difesa del campionato). Le tifoserie sono gemellate dai tempi di Castellini giaguaro azzurro e di Mariolino Faccenda, ischitano in maglia rossoblu, ma avranno occhi di tigre perché è una partita da vincere, per vari motivi, da una parte e dall’altra.

In campionato, da otto partite, il Napoli prende sempre un gol. Il Genoa, nelle ultime cinque gare, ne ha beccati 17, complici le rovinose trasferte di Napoli (sei reti) e Palermo (cinque). Non aspettiamoci un colabrodo genoano. Se Marino conferma il 4-3-3, i liguri saranno molto aggressivi dovendo sostenere la loro audacia offensiva. Improbabile che verranno forsennatamente avanti offrendosi al contropiede azzurro. Possibile che Marino escogiti qualcosa per bloccare il Napoli sulle corsie, nervo sensibile del team di Mazzarri. Sulle formazioni annunciate qualche dubbio è legittimo. Non è credibile un Genoa sbilanciato con tre punte perché se il Napoli riparte lo castiga, specie se Lavezzi ha migliorato la sua condizione. E’ probabile una difesa a tre del Genoa con Mesto e Sculli esterni di centrocampo, Gilardino e Palacio punte (3-5-2).

E’ un match tutto da decifrare. A occhio, dovrebbe essere una partita da ping-pong. Ora attacca una squadra, ora attacca l’altra. Così è stato fra Genoa e Udinese. Nella probabile partita a tutto gas, gli errori saranno doppiamente fatali. Mazzarri ritocca la formazione che ha eliminato l’Inter in un match alla camomilla, intelligentemente gestito dagli azzurri che hanno colpito e poi arginato la confusa offensiva interista, un valzer lento. A Marassi sarà un boogie-woogie molto ritmato con Cavani solista del gol (sei reti nelle ultime sei partite) e Pandev di rincalzo (quattro), pronto a scattare dalla panchina. Pare che qualche azzurro rifiati: Britos al posto di Aronica, Dzemaili per Inler e Zuniga per Maggio (con Dossena a sinistra). Forse una mezza partita anche per Hamsik. E Pandev potrebbe entrare dall’inizio.

Andiamo a goderci un bel match così ci liberiamo del tormentone Tevez che ci ha asfissiato per troppi giorni, mentre la Juve prende un cavallo di ritorno (Caceres) però se attira Nainggolan fa un colpaccio. Il Napoli “riscalda” Vargas e un giorno ci farà vedere Chavez, l’argentino tascabile che abbiamo una gran voglia di scoprire. Il Napoli sancarliano andrà avanti con i quattro tenori. Nessun dorma. Ci aspetta un febbraio intenso (sette partite).

MIMMO CARRATELLI

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