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Anno 2020, per un film a Napoli non c’è più la camorra

Inverno 2020. A Napoli gli stupefacenti hanno un mercato libero e sono a disposizione di tutti. Non solo: non c’è più la camorra. Uno scenario paradossale, ma si tratta di un film. Non si giustifica mica, Enrico Caria, il regista, quando spiega di non essere «un cinematografaro puro, bensì un cartoonist prestato al cinema. Sono un autore satirico (tiene la rubrica “Misfatto” per Il Fatto, e in passato ha collaborato con “Paese Sera” e “Le iene”, ndr) che persegue la narrazione sui modelli del fumetto». E un fumetto è in un certo senso anche questo nuovo progetto, il mokumentary — ovvero documentario d’invenzione — “L’era legale”, da oggi nelle sale dopo l’anteprima al Torino Film Fest. Il film, con molte scene di animazione, è già un piccolo caso, esce nel weekend con appena dieci copie tra Campania e Lazio (a Napoli al Delle Palme e alla Perla), poi si spera nei risultati al botteghino. Da colonna sonora sulle scene finali c’è “Accussì va ‘o munno” della band di Scampia ‘A 67 (primo singolo del nuovo cd “Naples power”) in duetto con Joe Sarnataro, alias Edoardo Bennato. Volto protagonista dell’opera è Patrizio Rispo, che interpreta il nuovo sindaco della città del golfo Nicolino Amore, figlio di una sensuale contrabbandiera dei Quartieri che sale fino alla carica, appunto, di primo cittadino. Con lui, Cristina Donadio (nel ruolo di una boss), Giancarlo Valentino (opinionista di YouCube), Pietro De Silva (l’investigatore), Rita Corrado (la moglie del sindaco) e una serie di partecipazioni amichevoli: Isabella Rossellini, Renzo Arbore, fino alle interviste realizzate con Giancarlo De Cataldo, Pietro Grasso, Tano Grasso, Carlo Lucarelli, Marcelle Padovani del Nouvel Observateur e Bill Emmott dell’Economist. «“L’era legale” — racconta Caria — è un’opera ispirata dall’inchiesta dell’Economist sul fallimento delle politiche proibizioniste e girata in digitale. Più che un budget canonico vanta un lovebudget, perché molti hanno lavorato con paghe simboliche o prestazioni gratuite, solo per spirito d’amicizia (Maurizio Gemma della Film Commission interpreta il Mago di Forcella, ad esempio). Non appartenendo al mondo del cinema, non ho dimestichezza nemmeno nel recuperare i soldi, così grazie ad alcuni amici siamo riusciti a realizzare il film che segna anche l’avvio di una collaborazione con l’assessorato comunale alla Legalità.
Patrizio Rispo, infatti, fa da testimonial a una campagna pubblicitaria contro il pizzo». Nel cast doveva comparire Roberto Saviano. «Quando quattro anni fa uscì la docufiction “Vedi Napoli e poi muori” — aggiunge Caria — registrai una lunghissima intervista a Roberto, che in quel periodo non viveva ancora sotto scorta. Alcuni frammenti erano inerenti a questo mio nuovo film e volevo utilizzarli. Ma Saviano è inafferrabile, e purtroppo ho dovuto rinunciare all’idea. Peccato che qualcuno abbia voluto scatenare inutili baruffe tra me e lo scrittore…».
Gianni Valentino (Repubblica)

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