Ecco il Chelsea, da Chech a Villas Boas
Non è più una squadra rhythm and blues questo Chelsea. Ma sono sempre i Blues di Londra del magnate russo Roman Abramovich, il preziosissimo figlio di contadini siberiani che la crisi mondiale ha declassato al 51° posto dal 15° fra gli uomini più ricchi della Terra, patrimonio sceso da 23,5 milioni di dollari a 8,5 […]
Non è più una squadra rhythm and blues questo Chelsea. Ma sono sempre i Blues di Londra del magnate russo Roman Abramovich, il preziosissimo figlio di contadini siberiani che la crisi mondiale ha declassato al 51° posto dal 15° fra gli uomini più ricchi della Terra, patrimonio sceso da 23,5 milioni di dollari a 8,5 entrato a gamba tesa nel football otto anni fa, petroliere emerito, per impossessarsi del Chelsea, quinta tifoseria in Inghilterra, investendo nel club che ha un leone per mascotte la bellezza di 500 milioni di sterline.
Non è più il Chelsea di Mourinho e Ancelotti che stravinceva la Premier League con i più rinomati calciatori del mondo attratti dal forziere di Abramovich, l’uomo che sta ancora spasimando per vincere una Champions. E neanche quest’anno sembra la volta buona. Intanto, per andare avanti, dovrà liberarsi del Napoli e non sarà una impresa facile. I pronostici più prudenti danno a ciascuna delle due squadre il 50 per cento di possibilità di superare gli ottavi di finale con qualche lieve preferenza per la squadra azzurra. Probabilmente perché la difesa del Chelsea non è più la migliore della Premier come ai tempi di Ancelotti.
Difesa vulnerabile e squadra che sta invecchiando sulle ambizioni deluse di Abramovich. Sono otto i giocatori sulla trentina e oltre: il portiere Cech (29 anni), Ashley Cole e John Terry (31), Lampard (33), Malouda (31), Didier Drogba (33), i difensori Bosingwa e Alex (29). I nuovi talenti sono l’attaccante spagnolo Juan Mata (23 anni), il brasiliano Ramires (24), il nigeriano Obi Mikel (24) e l’inglese di Birmingham Daniel Sturridge (22). E’ fermo da luglio (grave infortunio al crociato del ginocchio destro in precampionato) l’elegante Michael Essien, il ghanese che dava luce al centrocampo. Se ne è andato allo Shanghai Shenhua Nicolas Anelka, 32 anni, che al Chelsea ha regalato gol preziosi (38).
Squadra soprattutto fisica che gioca col 4-3-3 però con una sola punta vera (lo spagnolo Torres o Drogba) e due esterni molto offensivi, Sturridge devastante a destra, Malouda a sinistra. L’anima del Chelsea resta Frank Lampard, il centrocampista più prolifico d’Inghilterra, quasi 150 gol in carriera, 121 in 353 partite col Chelsea, pericolo numero uno per il Napoli (come lo fu Gerrard del Liverpool). Lo ha superato in popolarità John Terry, l’anno scorso, spupazzato sui media di tutto il mondo quando tradì la moglie affascinato dalla silhouette di Vanessa Perroncel, fidanzata di un compagno di gioco e, in seguito, di mezza squadra del Chelsea.
La formazione tipo si avvale di Cech; Bosingwa, Ivanovic (Alex), Terry, Cole; Ramires, Meireles, Lampard; Sturridge (Mata), Drogba (Torres), Malouda. Due colossi in difesa: Cech (1,97) e Ivanovic (1,88). Due pertiche per l’attacco: Drogba (1,89) e Torres (1,86). La forza della squadra è soprattutto a centrocampo dove possono giostrare numerosi giocatori: lo spagnolo Romeu, Obi Mikel, il portoghese Kabi, Ince oltre ai titolari di gran talento. Dovizia di attaccanti: Drogba, Torres, Mata, Kalou, lo svedese Mitrovic, Sturridge.
Sono 19 gli stranieri del Chelsea su una “rosa” di 26 giocatori. Fra i titolari, due brasiliani (Alex e Ramires), due spagnoli (Torres e Mata), due ivoriani (Drogba e Kalou), due portoghesi (Bosingwa e Meireles), il nigeriano Obi Mikel, il francese Malouda, il serbo Ivanovic e il ceco Cech, il portiere che gioca con un elmetto protettivo dopo lo scontro di cinque anni fa con l’attaccante Hunt del Reading in cui riportò la frattura del cranio rischiando la vita e tornando in campo dopo 98 giorni.
Fra campionato e coppe, il Chelsea ha giocato da agosto 24 partite vincendone 14. Nella Premier ha subito pesanti rovesci sul suo campo dall’Arsenal (3-5) e dal Liverpool (1-2). Nel girone di Champions non ha mai vinto fuori casa (due pareggi, una sconfitta).
Lo Stamford Bridge ha 42mila posti dove risuona “Blue Is The Colour”, il canto di passione dei tifosi. Nel 1999, il Chelsea divenne famoso perché aveva in squadra tutti stranieri. L’afflissero i Chelsea Shed Boys, gli hooligans londinesi di fede blu. Nel Chelsea ha lasciato un grande ricordo Gianfranco Zola (59 gol in 229 partite, quello al Norwich segnalato tra i più bei gol della storia del calcio). Per le sue prodezze fu nominato ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico.
Vialli è stato giocatore e allenatore del Chelsea. Ranieri l’ha allenato per quattro anni conquistando un secondo posto. Cudicini è stato tra i portieri del Chelsea per dieci anni. Roberto Di Matteo vi ha giocato per quattro anni. Oggi, è il vice di André Villas-Boas, il portoghese discepolo di Mourinho, perciò soprannominato The Special Two, sbarcato a Londra dopo i successi col Porto (un campionato portoghese e l’Europa League) per sostituire Carlo Ancelotti.
Villas-Boas ha 34 anni e il Chelsea l’ha preso pagando al Porto 15 milioni di euro (clausola rescissoria). Il giovanissimo tecnico, dieci anni fa, si cimentò a fare l’allenatore della nazionale delle Isole Vergini per le qualificazioni mondiali, esonerato dopo il clamoroso rovescio con le Bermuda (0-9). Alla guida del Chelsea non ha ancora convinto del tutto.
MIMMO CARRATELLI
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