Domenica per me non è una partita, è LA partita

Dallo scorso mese di maggio la nascita di Irene, altra (futura) Napolista insieme alla sorellina Elena, ha letteralmente annullato il tempo che di tanto in tanto utilizzavo per fissare, con le parole, i pensieri e le emozioni calcistiche legate alle sorti del nostro amato Napoli. Sono trascorsi tanti mesi ed è passata tanta di quell’acqua […]

Dallo scorso mese di maggio la nascita di Irene, altra (futura) Napolista insieme alla sorellina Elena, ha letteralmente annullato il tempo che di tanto in tanto utilizzavo per fissare, con le parole, i pensieri e le emozioni calcistiche legate alle sorti del nostro amato Napoli. Sono trascorsi tanti mesi ed è passata tanta di quell’acqua sotto i ponti che attraversano il Po, qui a Torino, che forse non riesco nemmeno a ricordare tutto quello per cui si è discusso in questa piazza virtuale: dalla lite tra De Laurentiis e Mazzarri alla qualificazione in Champions, dal calciomercato (con annessa presentazione di Napoleone Inler…), al lungo ritiro estivo, che per noi malati non è altro che una lunghissima astinenza. Per finire con le emozionanti prestazioni contro le milanesi e contro gli avversari europei che hanno fatto da contraltare alle deludenti e recenti sconfitte. Mai una parola ho potuto spendere per condividere le mie emozioni e mai, o quasi, ho potuto fissare nero su bianco, bit su bit, le mie opinioni in commento ai vari contributi. D’altra parte ho sempre continuato a frequentare da spettatore quest’agorà “elettronica”, notando che anche il Napolista sta cambiando: ho scoperto che i commenti inviati sono «awaiting moderation» ed ho letto i contributi di altri appassionati che si sono uniti alla “squadra” iniziale e tutti, vecchi e nuovi, maestri della penna ed apprendisti scrittori (Grande Ilaria), stanno riscuotendo il meritato successo e, modestamente, il mio apprezzamento.
Ma Napoli Juventus, per me, non è UNA partita speciale: è, molto semplicemente, LA partita. E non potevo restare ancora in silenzio. Non ce la facevo ad ignorare per l’ennesima volta il “prurito nelle dita”. E non volevo nemmeno aspettare di conoscere il risultato. Pazienza poi se non sono un virtuoso della penna, però questa nuova aria intrappolata tra le strade ed il cielo di Torino, oggi particolarmente grigio, è diversa da quella di qualche mese fa. Per i bianconeri sono arrivati alcuni risultati incoraggianti in campionato e, magicamente, le gobbe che stavano diventando indefinitamente tristi si stanno raddrizzando: c’è un contenuto entusiasmo in giro e posso già contare diversi inviti per andare a visitare lo stadio nuovo, di cui i gobbi vanno fieri e che invece, per me, è solo una cattedrale nel deserto. Di più: vi racconto che ho già più di una “prenotazione” di amici napoletani, pronti per venire su in occasione di Juve Napoli… il giorno dei pesci d’aprile!

Bisogna capirli in fondo: e, da tifoso degli azzurri, posso capire cosa prova il tifoso di un’altra squadra che, lentamente, sta risalendo la china. Ad esempio in occasione di Juventus Genoa c’era una cena di famiglia per festeggiare il compleanno di mia cognata ed Ettore, suo suocero, ha rinunciato (ehm… dovuto rinunciare!) allo stadio per stare insieme a noi. Nessun altro in famiglia, tranne me, è appassionato di calcio però, forse anche perché ‘o napulitano ‘o ttene e t’o ddà, non potevo permettere un’astinenza forzata e allora sono tornato a casa a prendere il decoder (abitiamo vicini) e, bimbe permettendo, siamo riusciti ad intravvedere la partita. A me poco interessava la partita ed il risultato ma ho potuto sfoggiare la più sottile ironia ed indifferenza nei confronti di quelle che sembravano due “squadrette” impegnate in un torneo amatoriale, salvo poi sottolineare che, per dovere di “ospitalità televisiva” e di gemellaggio (in fondo si trattava pur sempre del Genoa), la Juve al massimo poteva pareggiare. Amen.

L’altro giorno sono stato invitato da un amico a vedere LA partita al pub sotto casa sua, chiaro covo di juventini: “No, caro Massimo, non posso. Cioè non è che non mi va: è proprio che non posso. Ma tu lo sai che nelle partite serali (ma quante ne giochiamo quest’anno?!) mi tocca almeno una bimba da mettere a letto? Tra un «si gonfia la rete» ed un «salite sulla giostra» mi capita come minimo un pannolino ed una favola! No Massimo, facciamo così: vieni tu da me, compriamo le pizze e ce le mangiamo a casa. E poi, per dovere di “ospitalità televisiva”, Napoli – Juve: ……-…… (fate voi) AMEN!
Diego Fusco

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