Quando sei in una scuola media, sei docente di scienze motorie e non hai una palestra, devi fare quella cosa che noi di quaggiù sappiamo fare dalla nascita, anzi l’abbiamo sotto la pelle da sempre, devi arrangiarti.
Quando sei consapevole che l’attività sportiva è lo strumento più efficace per accelerare i tempi di aggregazione dei ragazzi, e che intorno ad una palla o durante un gioco si abbattono barriere insormontabili, quando pensi che studenti o atleti in palestra ricevono lezioni di vita diretta o indiretta che non trovano nei libri, quando sei convinto di tutto ciò e sei senza strumenti, non serve lamentarsi ti devi inventare qualcosa, perché gli studenti che hai di fronte non sono colpevoli, sono solo nati in un posto “ignorante”.
E così tra partite di ping pong, dama e scacchi ecco spuntare la cinematografia sportiva, quella che attraverso storie costruite su campioni, schiappe e sfigati, eroi e farabutti che ruotano nel mondo del calcio, del football, del rugby o dell’ippica, scovo quel film che mi fa scoprire il mondo nascosto del Manchester City.
Il film è Jimmy Grimble, e mi intriga da subito perché è una storia di calcio giovanile, è la storia di un ragazzo insicuro pertanto talento inconsapevole che lotta sia contro uno dei mali oscuri che affliggono le giovani generazioni, la mancanza di autostima, sia l’emarginazione dettata dalla sua passione per il City in una scuola frequentata da studenti malati dei “Red” . Mi intriga da subito non per la solita propensione per i più deboli, ma perché un po’ mi ci rivedo da giovane atleta che fui, con quei problemi che hanno tarpato le ali a me come a tanti altri, un po’ perché mi rivedo in lui come tifoso.
Si, perché in quell’azzurro Manchester City,in una città quasi tutta colorata di rosso, rivedo il mio Napoli, in quegli anni 60 quando tifare per gli azzurri in Italia era da eroi. Mi rivedo in lui che ha l’orgoglio di tifare per una squadra all’epoca perdente, contro lo strapotere del’United, come me per quel Napoli che navigava tra la serie B e la A, e mostravo il petto ai compagni che avevano scelto la strada facile dei vincenti, la Juve, l’Inter, il Milan.
E così, negli ultimi anni, con la televisione che mi porta nell’affascinante campionato inglese cresce la mia simpatia per il City, maledico tutte le volte che quegli spocchiosi dei Red recuperano e vincono negli ultimi minuti quei derby infuocati e mi rivedo nelle sofferenze dei Citizen, come quando era un’impresa battere le strisciate.
Ma ora il vento è cambiato, che gioia quel 6-1 in casa United, per mano oltretutto di due “italiani”, e che gioia i successi del mio Napoli in questi anni.
Ma stasera caro Jimmy siamo contro, ed allora ti chiedo di farti da parte, perché adesso i “deboli” siamo noi, voi avete lo sceicco, i milioni di euro spesi e da spendere, un futuro certo.
Jimmy da domani riprenderò a tifare per te per vederti finalmente campione in Premier League,e se mai potrò in quell’ultima partita che vi vedrà tagliare il traguardo farò di tutto per esserci, ma stasera tocca a me, nel mio vetusto San Paolo, con la mia antica fede ………….FORZA NAPOLIIIIIIII.
Marcello Giannatiempo