Un turco napoletano fuori lo stadio del Galatasaray
Ci sono storie che quando le incontri le riconosci. Stanno lì in mezzo alle altre che quotidianamente ti assalgono e brillano come gemme. Sono storie che devi raccogliere, stringerle nel palmo della mano e portarle con te. E magari, se ne sei capace, raccontarle. Perché altri possano godere della loro luce. Un video di 39 […]
Ci sono storie che quando le incontri le riconosci. Stanno lì in mezzo alle altre che quotidianamente ti assalgono e brillano come gemme. Sono storie che devi raccogliere, stringerle nel palmo della mano e portarle con te. E magari, se ne sei capace, raccontarle. Perché altri possano godere della loro luce.
Un video di 39 secondi. Ma un video con al suo interno la forza dirompente che solo la passione, quella vera riesce a sprigionare. La passione che travalica i confini, che attraversa il mare e le città, che ritrovi lì, dove non ti aspetti. Tre amiche in vacanza alla scoperta di una terra geograficamente lontana. E quel coro buttato lì. E un ragazzo turco che probabilmente non ha mai visitato la nostra terra, che non ha mai visto i nostri colori, le nostre bandiere, lo ascolta, lo fa suo. Magari le parole non gli sono tutte chiare. Ma non sono le parole a contare qui. Conta quello che dentro il coro nasce e si sprigiona. L’energia del canto corale, della passione che si manifesta.
Leo impara così che dietro ogni bandiera c’è un cuore che pulsa, c’è un’emozione che nasce. E per sancire questa unione nata solo dalla passione ecco che Leo ci regala una gemma. Tre ragazzi turchi che, fuori lo stadio della loro squadra, intonano il coro di un popolo lontano. La bellezza di quelle immagini mi ha scaldato il cuore. Quei fotogrammi insegnano molto più di tanti saggi e tante parole. Basta incontrarsi li, dove la passione ci muove, dove a ragionare è la nostra pancia e non il nostro cervello. Basta superare la lingua, le tradizioni, le usanze e le convenzioni. E diventare solo ciò che conta. Passione. Grazie Leo.
Renata Russo