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Chapeau al Napoli, ma solo Lavezzi ha illuminato una serata operaia

“E le stelle stanno a guardare.” Storia di miniere e minatori. Sfruttati e sfruttatori. Celebre romanzo di Cronin della metà degli anni trenta. Ormai decisamente fuori moda . Mi è tornato in mente ieri sera. Tentando di immaginare un titolo per la partita del Napoli contro il Bayern.

Un incontro decisamente brutto. Cominciato per gli azzurri nel peggiore dei modi. Quando si prende un goal al secondo minuto contro quella che è ritenuta una delle più forte squadre del mondo sono dolori. Per di più con il Napoli costretto a fare la partita. E tutti sanno quando invece la squadra partenopea preferisca il gioco di rimessa. Confesso che ho temuto il disastro. E invece …

Invece gli operai della squadra hanno tirato fuori i muscoli. Il temperamento. Mentre le stelle sono rimaste a guardare. Maggio, Campagnaro, Zuniga , Gargano ci hanno messo il cuore. Il piccolo uruguagio si è preso anche qualche fischio ingiusto. Perché dopo chilometri e chilometri, decine di contrasti e decine di recuperi ha sbagliato qualche appoggio. Ciò mentre Hamsik, Inler, Cavani … stavano a guardare. Intendiamoci non metto in discussione l’impegno individuale. Che è stato massimo in tutti. Ma non posso negare che se le stelle non fanno le stelle la delusione è forte. Mai uno spunto. Un’idea luminosa. Un colpo d’ingegno. Un tiro in porta. Unica eccezione, tra le stelle partenopee, Lavezzi. Con i suoi pregi e i suoi difetti di sempre. Ha però acceso con qualche lampo la serata operaia del Napoli.

Detto ciò il risultato è largamente positivo. Il Napoli è imbattuto in un girone difficilissimo. Quindi chapeau. Resta il dubbio: e se le stelle non fossero state a guardare?

Guido Trombetti (dal Corriere del Mezzogiorno)

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