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Lo confesso, ho paura

Ebbene sì, lo confesso, ho paura. Mi sono svegliato con una strana sensazione. E poi quel cazzo di gatto nero che è schizzato davanti a viale Aventino… E’ da giorni che guardo e riguardo la formazione della Lazio e ho paura. Perché ho capito Reja come vuole giocare. Brocchi davanti alla difesa, una sola punta, due finte punte di disturbo, insomma quel che il nostro Napoli ha sempre maggiormente sofferto. Ma non è solo questo il punto.
Ho paura. Perché domani è la partita. Lo sappiamo, lo sanno loro. E lo stadio pieno aiuta certo, ma non sempre. Non tutti, perdonatemi, sono all’altezza dell’evento. Non tutti capiscono che è una partita da vincere con la testa, c’è chi crede che sia una passeggiata e al primo passaggio sbagliato rumoreggia. E se la squadra si spaventa, non ci voglio neanche pensare. E poi, lo so che sembra una bestemmia, ma la Lazio non è tanto dietro a noi, appena cinque punti. Un pari non sarebbe così disprezzabile. Non roviniamo tutto.
Diciamocelo, domani è il giorno. Quello in cui non ci si può più tirare indietro. O ci siamo con la testa, o non ci siamo. Però dobbiamo esserci anche noi. Le partite si vincono senza fretta. Con giudizio. E durano novantacinque minuti.  E poi farà caldo, domani. Tanto caldo. Io ho paura. La sciarpa napolista non la porto. E stanotte non dormirò, lo so. Vado a prendere il treno.
Massimiliano Gallo

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