L’ha detto lui lo dico io, ho paura

Va bene. L’ha detto lui, lo dico anch’io. Ho paura. Ho paura perché mi sento come alla vigilia del Milan, di quel maledetto lunedì. Troppo carichi. Ci siamo arrivati troppo carichi. E poi la pausa… sempre stata contraria alle pause, io. E sì, ci sono state le nazionali, ma la palla del campionato è un’altra […]

Va bene. L’ha detto lui, lo dico anch’io. Ho paura. Ho paura perché mi sento come alla vigilia del Milan, di quel maledetto lunedì. Troppo carichi. Ci siamo arrivati troppo carichi. E poi la pausa… sempre stata contraria alle pause, io. E sì, ci sono state le nazionali, ma la palla del campionato è un’altra cosa. Mi piace quando hanno le partite nelle gambe, quando lottano con disperazione, quando sono stanchi e continuano nonostante tutto a correre, senza mollare mai. Io ho mollato, sta’ settimana, si è visto pure in quello che ho scritto, perché avevo paura di dire che avevo paura, pensavo non si potesse dire una cosa così. Ma adesso che l’ha fatto Max la esorcizzo anch’io sta’ paura e lo dico: ho paura. Ho paura perché allo stadio verranno persone che conosco e che non ci vengono mai, proprio come trasferisti improbabili andarono a Milano. Perché con sto’ meraviglioso sole e l’orario dell’aperitivo molti la prenderanno come una gita in campagna, perché ci saranno un sacco di donne tutte apparecchiate che vogliono solo prendere il sole, e a me sta’ cosa mi da pure un po’ fastidio. Ho paura perché Reja è più intelligente di Mazzarri, secondo me, sta prevedendo, si è studiato le mosse a tavolino per chissà quanto tempo. Proprio lui, che ci ha portati attraverso la C, forse è meno provinciale del nostro Walter, almeno nella mentalità. E però io amo il mio Napoli, li amo tutti, li porto dentro, si sa, senza il Napoli vivo peggio. E loro non possono non sapere di che stiamo parlando, giocarsi anche le mutande, oltre ai calzini. Non c’è tempo per essere inquieti, non c’è tempo. Bisogna ragionare, domani, pensare dal primo all’ultimo minuto di gioco, persino nell’intervallo, al diavolo chi dice che pensare fa male. Io ci sto, gioco, giochiamo, voglio essere sorpresa. Stupita. Stupitiata. Voglio stupitiare loro. Urlare. Ridere. Arrabbiarmi per tirare fuori la cazzimma. Mi riempio di profumo per cacciare ancora una volta quella puzza così fastidiosa di paura. Esorcizziamola, mangiamocela, la paura. Voglio essere l’acqua santa che corrode il diavolo della paura. Qualsiasi cosa pur di rimanere lassù. Sarò lì alle 11.30 perché non mi sarà possibile arrivarci prima. Sennò ci dormirei, là dentro, per vedere l’alba com’è. Neanch’io porterò con me la sciarpa napolista. Sciarpa vincente non si cambia. Come la squadra. E Forza Napoli. Sempre.
di Ilaria Puglia

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