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Calcio esercizio di opinioni e io ero in tribuna stampa

Arriviamo allo stadio alle sedici e trenta. Accompagno mia moglie, anzi è lei ad accompagnare me. Lei va nei distinti ed io aspetto arrivi la lista degli accrediti al cancello della tribuna stampa. Lo steward parla di aspettare almeno due ore. In tutta quella marea di gente azzurra, penso solo a una cosa. Chiamo per sapere se Del Neri ha fatto entrare la seconda punta e penso sgomento al goal della Lazio in fuorigioco sentito alla radio. Dopo mezz’ora arriva la lista. Superato il primo controllo. Busso al portone chiuso della tribuna stampa. Superato il secondo controllo: mi si augura buon lavoro. Penso, si e quando. Lavorare stanca. Ma c’è qualcosa che stanca anche più di lavorare. Salgo le scale, ridiscendo le scale per un caffè. Pensavo a uno sconto per l’opinione pubblica ed i suoi genitori. Caffè a un euro e acqua di rubinetto. Risalgo le scale, di nuovo controlli. Evidentemente sembro davvero un giornalista, cioè un delinquente. Conquisto il mio scranno, centrale, in seconda fila. La partita la vedrò senza ringhiere o gente davanti. Fa freddo perché tira vento. Mia moglie è di fronte. Sventola sciarpe tutta contenta e riesce pure a vedermi. Io invece non vedo nulla tranne l’ora di andarmene a casa. Dovrei tifare contro i friulani per esigenze di Cempions Lig. Ma mi sembra infantile. Le partite si vedono, non si tifano come dice il mio maestro di opinionismo, Luciano Moggi. La tribuna stampa comincia a riempirsi. Ci danno la bottiglietta Lete, quella dello sponsor. Buona, la bevo anche a casa. Vedo Malfitano, Agata una fila sopra e alla mia sinistra insieme al pelato che va in televisione. Alvino con gli occhiali Calcio Napoli e lampadato da vicino sembra un vecchio. Poi ci sono quelli di Radio Kiss Kiss. Veri tifosi. E’ un bene o un male ? E’ la vita. Comincia la gara. C’è uno striscione contro Montuori al secolo Palummella in curva B. Pare non sia più gradito a casa sua. Il Napoli è favorito sull’Udinese priva di Sanchez e Di Natale. Guidolin però non fa giocare Asamoah dietro l’unica punta come detto alla vigilia. Ma il più rapido e cattivo Armero. Le difese delle due squadre sono speculari, entrambe a tre. La differenza la fanno gli esterni. Molto più mobili Isla e Pasquale. Quando entra Cuadrado al posto di Isla non cambia niente. Partitone anche da lui. Finisce il primo tempo. Gara equilibrata. Occasioni ambo le parti, più clamorose quelle del Napoli. Le due di Cavani e lo stacco di reni di Handanovic su incursione di Maggio. Nella ripresa Inler fa il tiro della vita e non esulta. Denis raddoppia e chiede scusa. E viene fischiato uguale. Lavezzi va sempre per linee orizzontali e quando capita al tiro, anche su assist di Tagliavento, si butta via. Dossena è discontinuo. Questo nel lungo periodo il Napoli lo taglia. Cannavaro ha fatto il suo. E’ quello che, nella mollezza generale, entra più deciso di tutti. Ruiz va bene: sul goal non ha colpe perché Denis non gli lascia tempo tirando di controbalzo. La colpa sul secondo goal semmai è di Pazienza che con Armero ha seri problemi di velocità, un po’ come la Ferrari. Pazienza appare spremuto. Il mancato rinnovo farà il resto, completando l’opera della sua partenza. Yebda ha qualche problema di autostima. Si permette un sombrero sbagliato nel primo tempo attirandosi gli sberleffi in tribuna e la ripartenza friulana con tiro di Pinzi. Entra Gargano. Non serve a molto anche se in confronto a Pazienza sembra un gigante. E’ un altro che andrà via. Cavani è troppo decentrato perché al centro non la piglia mai e Lavezzi s’è ben nascosto. Riappare nella rissa con Armero. Mentre Gargano è impegnato a far pace a modo suo, chi picchia per primo picchia due volte, ecco il primo scatto vincente del Pocho. Che insegue il gruppetto di belligeranti lontani da Tagliavento per discutere in pace, inseguito a sua volta da uno “scemo scemo” dagli spalti. Il rigore su Lucarelli è un mezzo regalo. Scorrettezze reciproche ma Tagliavento indica il dischetto. Il nervosismo causato da friulani che nascondono la palla ed azzurri che perdono ogni controllo fa sbagliare Cavani che si ripeterà lisciando la palla nel goal di Mascara. Perde il controllo anche la gente. Insulta Cavani dopo il rigore. Lascia lo stadio un bel po’ prima del fischio finale e fa qualche buu al nero Armero. Razzismo ? Che gli vuoi dire a un giocatore di colore. A Domizzi espulso nessuno dice cornuto. Maggio prende un legno e si pesta troppo spesso i piedi con Campagnaro. Colpa di Campagnaro. Che è in serata fo tutto io. L’arbitro comincia bene ammonendo la prima entrataccia. Poi lascia andare. Tagliavento è così. Quando è in vena applica alla lettera il regolamento. Quando non ha voglia gestisce alla Collina. Fa paternalismo. Senza averne il carisma però. Una costante ce l’ha: assegna sempre rigori. E difatti. Il problema del Napoli però non è l’arbitro. E neanche Inler che in questa squadra giocherà anche su una gamba sola o la presenza in campo di Lucarelli perché il vero fallimento tecnico di quest’anno è Sosa in tribuna. E’ che quando deve fare la gara devon girare bene Lavezzi o gli esterni e deve segnare Cavani. Sennò non segna nessuno. E quando la gara invece non la deve fare è molto meglio. Hamsik ha fatto il suo dovere. Anche d’inerzia. E’ talmente superiore al contesto che potrebbe giocare anche non giocando. Splendido filtrante per Cavani nel primo tempo e una conclusione ravvicinata in porta. Non è colpa sua: l’impostazione del gioco la devono fare i centrali della difesa e anche se l’esterno non sale se l’attacco non spizza lui non va sulla corsa. Gran giocatore, unico nel suo genere. Cavani lo puoi rimpiazzare. Basta prendere due punte che facciano in due venti goal. Ma Hamsik no. Non puoi rimpiazzare neanche i giornalisti, benché sia divenuto il nuovo sogno dei veri tifosi. Una volta si voleva giocare al posto del fuoriclasse, allenare al posto dell’allenatore e fare il presidente con i soldi degli altri. Oggi il sogno è diverso. La massa è logorroica e checché ne scriva Travaglio non vuole più fare fatti. Ma dare opinioni. Dio non è morto, De Andrè si. La gente s’è messa a dare consigli non volendo più dare il buon esempio. Tranquilli. Non invidiate nessuno e statevene beati a casa vostra. Il salotto fatevelo in salotto. Tranquilli, non sono dei privilegiati. A giudicare da come qualcuno si butta sul buffet, sembra che allo stadio più che per fare la partita la media vada per farci pranzo e cena. Al termine della gara sfollano tutti. Spariti tutti quelli entrati in tribuna stampa da altri settori. Comici come Birillo e attori come Fabio Troiano, che scrivono anche loro su qualche giornale evidentemente. Valter Di Maggio prova a far audience con le interviste al volo. I primi due gli gridano Forza Napoli, il terzo dandogli del pagnottista lo costringe a scappare. Chissà dov’è finita quella giornalista che si lamentava prima del match sul destino della sua macchina parcheggiata in un posto proibito. “Te la prende il carrattrezzi”. “Non è giusto, perché solo la mia ?”. Meglio a te che a me. La gente sfolla delusa. La Cempions Lig non basta più. Son pessimisti ma non razionalmente. Il Napoli può farcela tranquillamente ad andare nell’Europa che conta. Però la gente parla di guardarsi dietro come se quella zona Cempions non la volesse come consolazione. Se proprio deve perdere, vuole perdere tutto. Mia moglie è affranta e ce l’ha con l’impossibile. Per lei il calcio è così. Per lei il calcio non è gioco né esercizio di opinioni. Non vuol sentire parlare del prossimo turno, quello pasquale. E’ un calcio diverso dal mio. È roba seria e mortale. Non accetta battute sulla Resurrezione.
di Vincenzo Ricchiuti

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