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Il passato è passato, credete nel presente

Il passato è passato, credete nel presente

Cari amici Napolisti, è stato bello essere ancora tra di voi per la festa del primo compleanno. Non poteva essere altrimenti, un po’ mi sento anch’io parte in causa nella nascita di questa creatura che si è rivelata bella fin dai primi vagiti. Con quei genitori e con quelle “tate” non potevo avere dubbi su quale sarebbe stato lo sviluppo della creatura. L’intelligenza, innanzitutto. Tale da portarla in primo piano su giornali e tv (i fratelli Caponi a Milano è stata un’idea geniale). Chi di voi mi conosce, sa che sono interista ma sa anche che mi definisco interista-maradoniano, il che ha creato fervidi apprezzamenti tra molti Napolisti. Ebbene, è proprio da interista-maradoniano che voglio lanciare a tutti voi questa mia provocazione: venerdì sera nella tana di Euridice, a me e al Gallo ben nota per le tante lezioni enologiche che ci sono state impartite dal grande Peppe, mi si è stretto il cuore quando a un certo punto il popolo Napolista si è lasciato andare alle canzoni e agli inni di maradoniana e carechiana memoria.
Ecco, pur avendo Diego nel cuore, pur amandolo alla follia, ho provato una strana sensazione: mi sembrava di essere ad un raduno di reduci. Non che ci sia niente di male, ma credo che non debba essere questa la condizione in cui adesso debba trovarsi un Napolista. Perché questo Napoli finalmente può competere in qualche modo con quel Napoli, perché i suoi campioni di adesso (io adoro Cavani da tempi non sospetti e il Gallo può darmene atto) possono finalmente competere con alcuni di allora. Anche se non con Diego, sia ben chiaro.
E allora, venerdì sera sarebbe stato bello ascoltare canzoni e slogan su Cavani, sul Pocho, su Hamsik. Perché sono loro che vi stanno facendo sognare oggi. Non bisogna rinnegare il passato, ma credere nel presente sì. E sognare quello che voi non nominate per scaramanzia e nel quale ormai da mesi (e qui me ne possono dare atto la Tata e Gallo) io in qualche modo credo per voi. Lo so, molti di voi diranno e scriveranno che sono interista e perciò mi permetto di farvi questi appunti. Ma, credetemi, sono un caudino-napoletano (riecco un binomio, evidentemente non riesco a essere uno…) e in quelle vostre canzoni di venerdì ho sentito quella Napoli che non riesce a scrollarsi di dosso il rimpianto del passato per lottare e vincere nel presente. Buon compleanno, amici Napolisti. E buon finale di campionato.

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