RIVERA GOLEADOR – Cannonieri di altre epoche nelle sfide tra Milan e Napoli. Gianni Rivera svetta tra i goleador con 8 reti, quattro in casa. Seguono con 7 gol Vojak (due in casa), Vinicio (cinque in casa), Nordahl (due in casa) e Van Basten (due in casa; fuori fece in un botto quattro centri al “San Paolo”). Con 6 gol Maradona (cinque in casa) e Liedholm (quattro in casa). Con 5 reti Careca (tre in casa) e Virdis (due in casa). I cannonieri delle ultime sette sfide, dopo il ritorno del Napoli in serie A, sono con due reti Pato, Seedorf, Ronaldo, Domizzi. Con un gol Hamsik, Campagnaro, Robinho, Ibrahimovic, Lavezzi, Kakà, Roberto Sosa, Garics, Cigarini, Denis, Ronaldinho.
Avendo concluso l’euroflop italiano (quattro sconfitte) il Napoli, battuto in Spagna dal Villarreal negli ultimi cinque minuti del primo tempo (2-1) ed eliminato dall’Europa League, cerca il riscatto a San Siro contro il Milan capolista riversando sul campionato, ultimo di tre fronti ancora praticabile, le residue e legittime ambizioni di squadra-rivelazione.
La prudenza di Mazzarri di risparmiare in Spagna quattro “titolarissimi”, come lui li chiama, non ha portato bene contro il Villarreal e non si sa quanto bene porteranno a San Siro i giocatori risparmiati. Cavani ha giocato gli ultimi 38 minuti del match in Spagna, colpendo un palo. Anche Pazienza e Mascara sono entrati nella ripresa. Sono rimasti in panchina Cannavaro e Maggio. Il relativo riposo dei guerrieri proporrà guerrieri brillanti?
LA SQUALIFICA DI LAVEZZI – La partita di Milano si giocherà all’insegna della squalifica di Lavezzi, decisa da un filmato Mediaset che ha convinto del famoso sputo del Pocho a Roma il presidente della Corte di giustizia federale Giancarlo Coraggio (70 anni, napoletano, e che coraggio!) confermando la sentenza del giudice sportivo. Lavezzi, a Vila Real, si è divorati due gol e ha colpito l’incrocio dei pali direttamente su corner. Non c’è dubbio che con la sua anarchia che disorienta le difese, lo scatto bruciante e il dribbling vincente, Lavezzi sarebbe stato un eccellente grimaldello per far saltare la difesa del Milan. Orfano del Pocho, toccherà a Cavani di scuotere la rete rossonera con l’assistenza provvidenziale di Marek Hamsik (che il cielo lo ispiri!) e con la collaborazione di Peppino Mascara, picciotto di Caltagirone giunto in maglia azzurra col mercato di gennaio, vecchio artigliere (32 anni) capace di colpi a sorpresa e di genio.
CENTROCAMPO DECISIVO – Ma bisognerà vedere quanto i moschettieri di centrocampo hanno speso in Spagna, chiamati a fronteggiare i rivali milanisti che hanno riposato un giorno in più. Nel Napoli, benché squadra giovane, affiorano segni di stanchezza (quattro partite negli ultimi dodici giorni) e lo smacco spagnolo potrebbe avere lasciato scorie nell’anima e nei muscoli che l’orgoglio di battersi per l’alta classifica contro il Milan non basterebbe a cancellare. Il Milan avrà meno paura, se mai l’abbia avuta, contro un avversario che in Spagna ha fatto cilecca.
Il Milan può concedersi anche una partitaccia perché ha almeno tre assi nella manica che gliela risolverebbero, il tentacolare Ibrahimovic, il papero Pato e il saltafossi Robinho. Per non contare Cassano, pronto per una eventuale emergenza. Al contrario, il Napoli non ha solisti di eguale caratura e, per innestare la baionetta di Cavani, sarà necessario che gliela lucidi l’intera squadra con un lavoro continuo e preciso. Se nel collettivo del Napoli si dovesse registrare qualche “smagliatura”, addio sogni di gloria. Il Napoli è squadra di sacrificio e resistenza col guizzo finale della velocità in contropiede. Tutti devono essere al massimo per stupire. Con le gambe degli azzurri pesanti che dovessero girare a vuoto, al Milan basterà aspettare con pazienza il momento propizio per accendere il razzo di un gol nella porta di De Sanctis.
A questo punto, due sconfitte consecutive sarebbero insopportabili per la banda di Mazzarri, saltata l’Europa League e in pericolo il secondo posto in proiezione Champions. Si concluderebbe male il febbraio corto e amaro con la partita dello scudetto che dovesse risolversi in un inganno. Al posticipo l’ardua sentenza.
MIMMO CARRATELLI