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L’ultimo colpo a Milano con Diego e Giordano

Milan-Napoli col “profumo” degli anni Ottanta? Non scherziamo. Il Milan non ha più Van Basten e il Napoli non ha più Maradona. E il tempo è passato, inesorabilmente, fra calciopoli e fallimenti. Il Napoli è risorto dallo sfascio di sette anni fa. Il Milan si è rimesso in corsa negli anni Novanta, cinque scudetti più il sesto nel nuovo secolo, come non ne aveva vinti ai tempi in cui c’era il Napoli del pibe (e l’Inter di Matthaeus allenata dal Trap).
Col nuovo secolo è cominciata un’altra storia sotto il predominio dell’Inter di Maicon, Eto’o, Milito e Sneijder (uno scudetto “a tavolino” e altri quattro di fila). E’ scomparsa la Juventus falcidiata da calciopoli. Il nuovo secolo è nerazzurro. Negli ultimi dieci anni l’Inter ha totalizzato 740 punti, il Milan 691, la Roma 679, la Juventus 663 ma senza contare i punti dell’anno giocato in serie B (e per tutti senza contare le penalizzazioni di calciopoli).

SQUADRA VECCHIA –
Nel nuovo secolo, dunque, il Milan è secondo tra le “grandi”. Non vince lo scudetto da sette campionati, l’anno del fallimento del Napoli. Una sola volta è stato secondo (a -7 dalla Juve campione del 2005), quattro volte terzo. Quest’anno ha attratto Ibrahimovic per mettere le mani sullo scudetto. Il polipone svedese ha questa capacità di far vincere il campionato alle squadre in cui gioca (Ajax 2002 con 6 reti e 2004 con 13 gol; Juventus 2005 con 16 centri;  Inter 2007, 2008, 2009 con complessivi 57 gol; Barcellona 2010 segnando 16 reti).
E’ una squadra vecchia questo Milan con un solo baby, Pato, 22 anni. Ibra ha trent’anni. Sono oltre i trenta Seedorf, Nesta e Yepes (35), Ambrosini e Zambrotta (34), Gattuso (33). Il Milan non può aspettare per vincere lo scudetto, gli anni pesano e passano. Ha la migliore difesa del campionato e il secondo migliore attacco. Le sue “bocche da fuoco” hanno sparato 33 gol (Ibra 13, Pato 10, Robinho 10), alla pari del tridente azzurro (Cavani 20, Hamsik 8, Lavezzi 5). I rossoneri hanno vinto il derby sul campo dell’Inter. In casa hanno ceduto solo alla Juventus (1-2) e alla Roma (0-1).

DERBY LIVORNESE – Lunedì sera, in panchina, sarà un derby tutto livornese. Massimiliano Allegri (44 anni) di Livorno; Walter Mazzarri (50) della provincia di Livorno. Allegri è solo al terzo anno in serie A, Mazzarri al settimo.
Alla fine del girone di andata il Milan in testa aveva un vantaggio di 4 punti sul Napoli secondo. Dopo le sette partite del ritorno, il Napoli ha rosicchiato un punto al Milan portandosi a -3.
Il Napoli, nel mese di febbraio, ha una partita in più nelle gambe: quattro di campionato e due di Europa League. Il Milan ha giocato quattro volte in campionato e una sola volta in Champions (andata degli ottavi perduta in casa col Tottenham 0-1).

L’INTER TIFA AZZURRO – Ma sarà veramente la madre di tutte le partite questo Milan-Napoli nel venticinquesimo anniversario dell’avvento di Berlusconi alla presidenza del club rossonero e nel settimo anno della resurrezione del Napoli dopo lo sfascio del fallimento della società azzurra? Etichettata come partita-scudetto perché il Napoli è a soli tre punti dal Milan, il posticipo di questo lunedì sera a San Siro ha una suggestione superiore per l’Inter a -5 dai “cugini” milanesi di cui si augura un clamoroso tonfo contro la baldanzosa squadra napoletana. Questo è il vero succo del posticipo.
Il Napoli è giunto improvvisamente, e diciamo pure meritatamente, a lottare per lo scudetto, ma potrebbe non reggerne lo stress. Il Milan, oltre a una “rosa” più robusta e qualificata, ha un vasto potere mediatico che lo affianca e l’”abitudine” a battersi per alti traguardi. I tre punti di vantaggio dei rossoneri nascono dalla vittoria del Milan al “San Paolo” col Napoli in dieci per tutti il secondo tempo (2-1: Robinho, Ibrahimovic, Lavezzi).

L’ULTIMO SUCCESSO COL PIBE – Il Napoli non vince a Milano, contro i rossoneri, dai tempi di Maradona, e sono venticinque anni dal 2-1 firmato da Giordano e dal pibe a San Siro. Nelle successive sedici occasioni, il Napoli ha rimediato nove sconfitte e colti sette pareggi, l’ultimo proprio lo scorso anno dalla “banda” di Mazzarri (1-1, gol di Campagnaro e Inzaghi).
Ma è anche vero che, contrariamente alle meno propizie trasferte sul campo dell’Inter, su quello del Milan il Napoli ha raccolto numerose soddisfazioni. Negli anni Trenta, lo squadrone di Sallustro e Vojak prevalse due volte e un’altra volta ebbe la partita vinta “a tavolino” per incidenti. Autentiche imprese negli anni Cinquanta, tra cui il clamoroso 5-3 (5-0 nel primo tempo) esaltato dalle “doppiette” di Pesaola e Vinicio. Alla fine degli anni Settanta, le due vittorie consecutive della squadra con Vinicio in panchina che a Milano rimase imbattuto (tre pareggi prima dei due successi pieni). Ma il Napoli di Maradona, su sette assalti a San Siro contro il Milan, rimediò appena un successo (più due pareggi e quattro sconfitte).

LO SGARBO – Il Milan conserva nella memoria lo “sgarbo” che gli fece il Napoli di Reja tre anni fa. Gli azzurri erano stati maltrattati a San Siro (5-2, doppietta di Ronaldo, gol di Seedorf, Kakà e Pato). Palpabile aria di rivincita nel ritorno al “San Paolo” l’11 maggio 2008. Il Milan, battendo la capolista Inter la settimana prima, è quarto, in zona Champions. Il Napoli è a metà classifica, tranquillo. E’ un match che le due squadre giocano con i portieri di rincalzo, Navarro nel Napoli e Kalac nel Milan. Manca Ronaldo, da tempo fuori squadra. Sulla panchina rossonera c’è Ancelotti.
In campo, nel Napoli, ci sono quattro giocatori che saranno di scena a San Siro (otto ancora in forza nel Milan). Reja schiera (3-5-2): Navarro; Cannavaro, Contini, Domizzi; Mannini, Pazienza, Gargano, Hamsik, Savini; Lavezzi, Sosa. Il Milan (4-3-1-2) con Kalac; Bonera, Nesta, Kaladze, Favalli (Jankulovski); Gattuso, Ambrosini, Brocchi (Pato); Seedorf; Kakà, Inzaghi.
Il Napoli infila una partita memorabile e va tre volte a segno (36’ Hamsik, 69’ rigore di Domizzi, 93’ Garics subentrato a Mannini). Il Milan è spacciato (gol di Seedorf al 94’). La sconfitta lo inchioda al quinto posto, sorpassato dalla Fiorentina (+2) e fuori dalla zona-Champions per la quale si qualificano Inter, Roma, Juventus e Fiorentina.

RIVERA GOLEADOR – Cannonieri di altre epoche nelle sfide tra Milan e Napoli. Gianni Rivera svetta tra i goleador con 8 reti, quattro in casa. Seguono con 7 gol Vojak (due in casa), Vinicio (cinque in casa), Nordahl (due in casa) e Van Basten (due in casa; fuori fece in un botto quattro centri al “San Paolo”). Con 6 gol Maradona (cinque in casa) e Liedholm (quattro in casa). Con 5 reti Careca (tre in casa) e Virdis (due in casa). I cannonieri delle ultime sette sfide, dopo il ritorno del Napoli in serie A, sono con due reti Pato, Seedorf, Ronaldo, Domizzi. Con un gol Hamsik, Campagnaro, Robinho, Ibrahimovic, Lavezzi, Kakà, Roberto Sosa, Garics, Cigarini, Denis, Ronaldinho.
Avendo concluso l’euroflop italiano (quattro sconfitte) il Napoli, battuto in Spagna dal Villarreal negli ultimi cinque minuti del primo tempo (2-1) ed eliminato dall’Europa League, cerca il riscatto a San Siro contro il Milan capolista riversando sul campionato, ultimo di tre fronti ancora praticabile, le residue e legittime ambizioni di squadra-rivelazione.
La prudenza di Mazzarri di risparmiare in Spagna quattro “titolarissimi”, come lui li chiama, non ha portato bene contro il Villarreal e non si sa quanto bene porteranno a San Siro i giocatori risparmiati. Cavani ha giocato gli ultimi 38 minuti del match in Spagna, colpendo un palo. Anche Pazienza e Mascara sono entrati nella ripresa. Sono rimasti in panchina Cannavaro e Maggio. Il relativo riposo dei guerrieri proporrà guerrieri brillanti?

LA SQUALIFICA DI LAVEZZI – La partita di Milano si giocherà all’insegna della squalifica di Lavezzi, decisa da un filmato Mediaset che ha convinto del famoso sputo del Pocho a Roma il presidente della Corte di giustizia federale Giancarlo Coraggio (70 anni, napoletano, e che coraggio!) confermando la sentenza del giudice sportivo. Lavezzi, a Vila Real, si è divorati due gol e ha colpito l’incrocio dei pali direttamente su corner. Non c’è dubbio che con la sua anarchia che disorienta le difese, lo scatto bruciante e il dribbling vincente, Lavezzi sarebbe stato un eccellente grimaldello per far saltare la difesa del Milan. Orfano del Pocho, toccherà a Cavani di scuotere la rete rossonera con l’assistenza provvidenziale di Marek Hamsik (che il cielo lo ispiri!) e con la collaborazione di Peppino Mascara, picciotto di Caltagirone giunto in maglia azzurra col mercato di gennaio, vecchio artigliere (32 anni) capace di colpi a sorpresa e di genio.

CENTROCAMPO DECISIVO – Ma bisognerà vedere quanto i moschettieri di centrocampo hanno speso in Spagna, chiamati a fronteggiare i rivali milanisti che hanno riposato un giorno in più. Nel Napoli, benché squadra giovane, affiorano segni di stanchezza (quattro partite negli ultimi dodici giorni) e lo smacco spagnolo potrebbe avere lasciato scorie nell’anima e nei muscoli che l’orgoglio di battersi per l’alta classifica contro il Milan non basterebbe a cancellare. Il Milan avrà meno paura, se mai l’abbia avuta, contro un avversario che in Spagna ha fatto cilecca.

Il Milan può concedersi anche una partitaccia perché ha almeno tre assi nella manica che gliela risolverebbero, il tentacolare Ibrahimovic, il papero Pato e il saltafossi Robinho. Per non contare Cassano, pronto per una eventuale emergenza. Al contrario, il Napoli non ha solisti di eguale caratura e, per innestare la baionetta di Cavani, sarà necessario che gliela lucidi l’intera squadra con un lavoro continuo e preciso. Se nel collettivo del Napoli si dovesse registrare qualche “smagliatura”, addio sogni di gloria. Il Napoli è squadra di sacrificio e resistenza col guizzo finale della velocità in contropiede. Tutti devono essere al massimo per stupire. Con le gambe degli azzurri pesanti che dovessero girare a vuoto, al Milan basterà aspettare con pazienza il momento propizio per accendere il razzo di un gol nella porta di De Sanctis.
A questo punto, due sconfitte consecutive sarebbero insopportabili per la banda di Mazzarri, saltata l’Europa League e in pericolo il secondo posto in proiezione Champions. Si concluderebbe male il febbraio corto e amaro con la partita dello scudetto che dovesse risolversi in un inganno. Al posticipo l’ardua sentenza.

MIMMO CARRATELLI

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