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Il Napoli se non attacca muore

La partita di Verona, a parte il black-out totale della squadra probabilmente dovuto alle partite ogni tre giorni, ha confermato che il Napoli se non attacca muore. Se incontra un avversario che ne blocca le fonti del gioco (corsie esterne e Hamsik), la squadra rimane a metà strada. Attacca male e difende peggio. Si allunga, perde le distanze giuste, si scopre.  Il Napoli non sa interpretare le partite contrarie. Questa è la sensazione. La squadra non sa cambiare volto per opporsi efficacemente all’avversario più in palla e più veloce che ha chiuso i varchi e affonda in contropiede (rubando il mestiere proprio al Napoli). Questo vuol dire che il Napoli non sa ridurre i danni delle partite “difficili”, non sa “tenere” il risultato minimo, il pareggio, non ordina tutti in coperta mentre la nave sbanda. I ragazzi vogliono sempre vincere, ha detto Mazzarri. Al Chievo hanno regalato campo e contropiede. Come si diceva una volta, bisognava forse “difendere” lo 0-1, evitando di andare sotto una seconda volta con la speranza di trovare il colpo del pareggio.
Si dice che a Verona il Napoli “non ha giocato”. Sarebbe più corretto dire che ha giocato scriteriatamente. Senza forze e senza vena, avrebbe dovuto aspettare il Chievo e contenerne la serata più felice. La difesa a cinque dei veronesi è stato un chiaro messaggio tattico. Venite avanti. Il Napoli è caduto nel tranello. Questi sono discorsi che si fanno dalla tribuna. Mazzarri avrà valutato e conoscerà meglio i motivi della sconfitta però senza ridurla alla pessima condizione fisica (più che mentale).
Il secondo posto è a rischio. L’Inter rimonta (a -2 e con la partita di Firenze da recuperare). La Roma è vicina (a -4 e deve recuperare la gara di Bologna). Domenica sera, lo scontro diretto a Milano toglierà punti a una delle due squadre (il pareggio sarebbe il risultato più favorevole al Napoli). Il Napoli però deve tornare a vincere. Contro il Cesena, al “San Paolo”, se le condizioni fisiche sono in calo (attutite dal turn-over), ci vuole una partita saggia, di pazienza, di sacrificio. Il Cesena è terzultimo ed è affamato di punti. Il ruolino esterno dei romagnoli è disastroso, sei punti in undici trasferte, la squadra non vince da sei turni, ma la sua difesa non è delle peggiori ed è formazione agile e veloce sulle fasce. Il Napoli, in calo in trasferta (quattro sconfitte nelle ultime sei uscite), sta raccogliendo bene in casa da sette giornate (sei vittorie, un pareggio). All’andata in Romagna fu una passeggiata (4-1). Dimenticare quel risultato, stavolta non sarà una passeggiata.
E’ cominciato febbraio con altre sette partite (campionato e il doppio impegno col Villarreal). E’ un calcio che non dà respiro, cancella gli allenamenti, stressa i calciatori, contribuisce agli infortuni. E febbraio presenterà al Napoli due trasferte da urlo con Roma e Milan. E’ cominciato un altro campionato con nuovi rapporti di forza (Milan e Inter hanno irrobustito le “rose”). Il Napoli si giocherà il terzo-quarto posto con Lazio, Roma, Palermo, Udinese. La Juve sembra fuori, però mai dire mai. Su questi avversari il Napoli vanta un maggiore rendimento esterno. Intanto, mettiamoci alla pari in casa (27 punti la Roma, unico campo imbattuto; 26 Lazio e Palermo, 23 Napoli). La zona-Champions si può fare.
Mimmo Carratelli

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