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Aurelio imita Silvio
e porta i capigruppo

Viviamo tempi di grandi emozioni. E il Napoli è nei nostri cuori per questa avventura in Spagna, partita di ritorno col Villarreal, squadra pericolosissima perché naviga sott’acqua. Viene definita il “sottomarino giallo”. Niente di misterioso. Indossano maglie gialle e, quando il Villarreal conquistò la Liga undici anni fa, risorgendo dalle serie inferiori, la promozione venne festeggiata con la celebre “Yellow Submarine” dei Beatles. Inoltre, il presidente del club, Fernando Roig (fabbriche di azulejos, piastrelle di ceramica, e supermercati), ha rivestito lo stadio di mattonelle gialle. Non hanno pensato, i valenciani, che il giallo è anche il colore dell’itterizia.
Noi, notoriamente, siamo di sangue azzurro. La notizia più emozionante giunge nel corso della notte. Come auspicato dagli osservatori più attenti delle vicende calcistiche napoletane e dai sondaggi popolari, che chiedono una “rosa” di giocatori più robusta per affrontare campionato e coppa europea, il Napoli si presenterà a Villarreal con una “rosa” robustissima, nientemeno che 36 elementi, come una grande orchestra. Il presidente De Laurentiis, legato da un feeling appassionato all’allenatore Mazzarri, non gli fa mancare niente e, a sorpresa, gli ha rinforzato la squadra per la trasferta in Spagna. Così i convocati per questa partitissima “pizza contro paella” sono passati da venti a trentasei. Come direbbe Checco Zalone, siamo una squadra fortissimi.
Ai venti giocatori convocati da Mazzarri il presidente DeLa ha aggiunto nottetempo i sedici capigruppo del Consiglio comunale di Napoli invitati dal fantastico DeLa che li ha imbarcati personalmente sul charter speciale a Capodichino in un tripudio di sciarpe azzurre, par condicio e tifo per alzata di mano. La convocazione delaurentiana ricorda la leggendaria imbarcata del partito socialista, Craxi in testa, organizzata da Berlusconi in occasione della finale di Coppa dei campioni a Barcellona tra il suo Milan e la Steaua di Bucarest. Tutti sull’aereo dei garofani rossi gli amici e sodali del Cavaliere, invitati in Spagna dal Cavaliere medesimo con la sicurezza assoluta di andare incontro ad un trionfo, il primo trionfo del Bunga-Bunga, il 24 maggio 1989, in anticipo di 44 mesi sulla più profonda discesa in campo dell’uomo che ha cambiato l’Italia da così a cosà, chi va là, altolà. I romeni, compenetratisi nell’occasione molto speciale, offrirono scarsa resistenza al bunga-bunga del Milan regalandogli l’indimenticabile successone di un 4-0.
Seppure in formato ridotto, e con i soliti ignoti napoletani rispetto ai soliti noti della Milano da bere di Craxi, la spedizione del DeLa ricorda il convoglio berlusconiano di ventidue anni fa. Il presidente ha definito la squadra azzurra un Napoli-champagne, e perciò champagne per tutti, per i capigruppo del Comune di destra, di sinistra e del centro, con la particolare presenza dei capigruppo solitari, l’eccezionale democrazia individuale del Consiglio di via Verdi, quelli che fanno gruppo da soli, anomalia assoluta nei consessi della penisola (minimo tre persone per fare un gruppo). Come ha rivelato “Il Fatto Quotidiano”, otto consiglieri comunali, a Napoli, sono il gruppo di se stessi, il partito comincia e finisce con loro, non hanno adepti, non hanno compagni al duol, così gli scema la pena e sono condottieri di se medesimi. Calcio e politica, come ai tempi di Lauro (un grande Napoli per una grande Napoli). Si ignorano le benemerenze dei capigruppo napoletani viste le condizioni della città e, in particolare, quelle dello stadio “San Paolo”. Se si fossero mossi in aiuto dell’impianto di Fuorigrotta, questo avrebbe giustificato la convocazione per la trasferta di Villarreal. Ma si sa in quali condizioni è il “San Paolo”, a rischio di omologazione per la Champions prossima ventura, e in quale stato versano tutti gli impianti sportivi cittadini.
E allora a che titolo, tranne i titoli sui giornali, questa imbarcata per la Spagna? A domanda, non si risponde. Con prudenza l’assessore allo sport Ponticelli-Barra si è sottratto alla spedizione (mamma, ho perso l‘aereo) e, naturalmente, non ci sarà il sindaco Iervolino che ha tante spine nella sua Rosa e gatte da pregare per tenere su una maggioranza al Comune. Nell’entusiasmo del momento, un sondaggio del Pdl proiettato sul futuro candidato a sindaco di Napoli dà in prima posizione Aurelio De Laurentiis e in seconda Mara Carfagna. Per fortuna, ispirato da Ulisse, il DeLa ha messo cera nelle orecchie resistendo al richiamo delle sirene politiche, come già fece Ferlaino che declinò l’offerta di Gava di prostituirsi in politica. La carovana dei disamministratori cittadini alloggerà in un albergo di Valencia, a settanta chilometri da Villarreal che non ha nemmeno l’aeroporto ed è una città con la quarta parte degli abitanti del Vomero e uno stadio per ventiduemila intimi, però ha questa squadra corsara, quarta in classifica nel campionato spagnolo, col famoso killer italo-americano Pepito Rossi, il padrino del gol.
L’entusiasmo, comunque, è alle stelle con particolare attenzione alla telecronaca Mediaset, l’emittente del Cavaliere alla quale i tifosi azzurri addebitano ingiustamente ogni nefandezza per la squalifica del Pocho (tu sputi, egli sputa, noi zoomiamo). A tal proposito, in occasione dei 90 anni della sezione arbitrale di Napoli, il capo delle ex giacchette nere, oggi variopinte, e molti fischietti di prestigio visioneranno la successiva partita del Napoli a Milano su un maxischermo allestito per i festeggiamenti dell’associazione-arbitri di Napoli, assente per pudore il designatore Braschi, toscano di Barberino del Mugello da non confondere col Monte dei Braschi di Siena. A San Siro, fischia il sasso e il nome squilla della terna della gloria e l’intrepido balilla sta gigante nella storia. Bergonzi, Tagliavento, Damato, chi sarà il balilla? L’entusiasmo azzurro del momento non è neanche scalfito dalle ultime esternazioni di Arrigo Sacchi (leggendario stratega della tattica “occhio, pazienza, memoria e bus de cul”). In una esplosiva intervista, ha detto che il Napoli è una bellissima realtà ma non gli piace come gioca perché punta sui singoli. Osservazione peregrina perché, a quanto pare, la forza del Napoli è il gruppo, il collettivo, e non c’è nessun singolo che assomigli a Gullit e Van Basten con i quali Arrigo faceva le nozze con i fichi grassi vincendo l’unico scudetto della sua carriera di Khomeini delle panchine italiche. Comunque, siam partiti. Col Pocho a tutto gas e Cavani all’abbordaggio. Contro Rossi e Nilmar, pari siam. E il pari ci basta con un golletto alle quattro stagioni. Pizza contro paella. Vamos.
Mimmo Carratelli

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