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Quando alla Befana battemmo l’Inter

Qualche susamiello residuo, poi la cena di Capodanno e finalmente la Befana. Pure quella calcistica, attesa con ansia mista a preoccupazione. La vecchietta che scende dal camino è stata, nel tempo, avara o generosa col Napoli, secondo le stagioni.
Fu benevola quel 7 gennaio del 1968, anno di contestazione, quando arrivò l’Inter al San Paolo. Gli azzurri nella formazione-tipo dell’epoca: Zoff, Nardin e Pogliana; Stenti, Panzanato e Bianchi; Orlando, Juliano, Altafini, Sivori e Barison. In nerazzurro, tra gli altri, Burgnich, Facchetti, Mazzola, Corso e Suarez. L’arbitro Lo Bello fischiò tre volte per i gol. Una volta per l’Inter (Cappellini) e due volte per il Napoli (Altafini e Bianchi). Entusiasmo e gioia. Gli azzurri, guidati da Pesaola, alla fine furono secondi dopo il Milan.

Anticipando un po’ i regali, la Befana fu generosa anche il 3 gennaio del 1982. Una rete di Citterio sconfisse la Roma a Fuorigrotta. In panchina Marchesi, che portò la squadra al quarto posto. In campo, giocatori come Krol, Damiani, Bruscolotti. E  Castellini tra i pali.
Vecchietta cattiva, invece, il 6 gennaio del 1990. Alemao, Renica, Francini, Crippa, De Napoli, Careca e Maradona non riuscirono a evitare l’ 1 a 0 contro la Juve a Torino. Fu l’ultimo anno di Diego con la maglia azzurra. Il suo ultimo gol napoletano lo segnò su rigore nel marzo ’91 a Genova. Ma la Samp vinse 4 a 1.
La prima volta del Pibe nel giorno della Befana, invece, aveva coinciso con una vittoria al San Paolo, il 6 gennaio dell’85: 4 a 3 sull’Udinese e due reti di Maradona, tutte su calcio di rigore. Il Napoli fu ottavo: lo squadrone non era ancora messo a punto. Con Diego, Bagni, Ferrario, Bruscolotti e Castellini c’erano Boldini, Penzo, Dal Fiume, De Simone.
Poi arrivarono gli altri pezzi da novanta. E l’ 11 gennaio ’87 il Napoli superò in casa  l’ Ascoli per 3 a 0, avanzando verso il primo scudetto. Befana che va, Befana che viene.
Mimmo Liguoro

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