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Senza il Pocho vincemmo una sola volta

E’ il primo tempo. Ennesimo allungo, stavolta sulla sinistra, verso il fondo e…ahi. Il Pocho si ferma per uno stiramento. E’ l’ultima partita del girone d’andata. Di fronte, i doriani di Del Neri, candidati all’Europa che poi raggiungeranno. Senza Lavezzi, il Napoli riesce lo stesso a conquistare i tre punti con una prestazione gagliarda contro un avversario assai ostico, grazie a un perentorio colpo di testa vincente del Tanque e si proietta nelle zone altissime della classifica.
Dopo quella, saranno 5 partite e mezzo (a Siena rientrò solo nel secondo tempo) nelle quali il nostro ex numero sette non scenderà in campo. Tre termineranno a reti bianche (più quella di Siena quattro), tutte casalinghe, con Palermo, Genoa e Inter, una vittoria esterna a Livorno e una sconfitta immeritatissima a Udine.
Dopo averci fatto sognare nel girone d’andata, il Napoli di Mazzarri inizia una lenta discesa dovuta a crisi di risultati, complici anche e soprattutto una serie infinita di sviste arbitrali e i gol mangiati in particolare da Denis. In quelle 5 partite, il Napoli non demeritò mai e giocò a viso aperto sempre per cercare di portare a casa la vittoria, ma è innegabile che molto mancò là davanti.
Si trattò di un mese e mezzo nero, in cui realizzammo solo tre gol, beccammo quattro pali e qualcuno che doveva prendere la squadra per mano si defilò iniziando le prime lagne negli spogliatoi. Diventò inevitabile che ad ogni fine partita, la domanda di rito fosse “ma quando rientra il Pocho?”. Eravamo chiaramente Pocho-dipendenti.
Oggi, dopo quasi un anno, la storia è cambiata. Lavezzi è importante, fondamentale per il gioco di questo Napoli, ma ho molta più fiducia rispetto alla passata stagione. In prima linea non c’è più colui che verrà ricordato più per i bacetti e i paroloni fuori campo che per le prestazioni e le magliette sudate, ora è diverso, la davanti c’è un mostro che terrorizza le difese e che di parole e baci non ne manda, ma corre, corre, suda e segna per me, te, Lavezzi, Cannavaro, Grava, Maggio, Dumitru, Mazzarri, ecc ecc.
Ho molta più fiducia, anche perché, di quel periodo, ricordo anche che Hamsik, criticato in egual misura, disputò ottime gare, forse perché inconsciamente subiva e subisce la personalità di Lavezzi, cosa che è accaduta anche lunedì dopo l’infortunio dell’argentino. Per cui, con o senza Lavezzi si va a Genova per vincere. Ed è quasi ora, visto che in casa dei cugini non accade da nove anni, da quella doppietta di Stellone nella prima giornata di B, con De Canio in panchina e addirittura da quasi 19 che non accade in serie A, da un 3 a 4 firmato Zola, Silenzi, Careca ed Alemao. Ma quelli davvero erano altri tempi. Erano i tempi del post-Iss e la Sua anima ancora aleggiava nell’aria. Quell’anno con un innominabile in panchina raggiungemmo per l’ultima volta il quarto posto in classifica. Era comunque una grande squadra con grandi nomi, cosa che l’attuale ancora non è. Senza il Pocho, ma con un Hamsik e soprattutto con un Cavani in più, il vento è cambiato e noi non possiamo non andare a ponente. Ci vediamo a Genova, fiduciosi come non mai.
Gianluigi Trapani

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