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Il sogno di Max scatena le interpretazioni napoliste

Chi lo avrebbe mai pensato. Grazie al Napolista la letteratura si è arricchita di un capolavoro. Ciò è testimoniato dall’agitazione che anima il mondo dei critici letterari in questi giorni.
Dopo William Shakespeare  con il suo “Sogno di una notte di mezza estate” . Dopo “Doppio sogno”, eccezionale lavoro  di Arthur Schnitzler. Dopo  “Sogno di una notte di mezza sbornia”, piece, invero mediocre, di Eduardo De Filippo. Eccoti l’esordio di Massimiliano Gallo con il suo profondo ed avvincente “Il sogno di Max”. Che ci si trovi di fronte ad un prodigioso prodotto della cratività letteraria non vi è alcun dubbio. Tanto è vero che sono già partite a frotte le esegesi. Vengono invocate le più disparate chiavi interpretative.
Una lettura è tutta in chiave psicoanalitica. Scava in profondità l’animo dell’autore. Cercando nel suo rapporto onirico con il protagonista dell’opera significati torbidi e tortuosi. Da qui l’accostamento ai temi ispiratori di Doppio sogno. Schnitzler infatti dei temi psicoanalitici fu, per certi aspetti, anticipatore. Un’altra fa riferimento a tematiche socio-pedagogiche. Max attraverso la sublime metafora del sogno invita i tifosi del Napoli ad assumere verso il protagonista dell’opera un atteggiamento atarattico. Niente chiassoso dissenso. Ma glaciale indifferenza. Insomma un Max  miscela di Rifkin e Gandhi.
Sveli i suoi maestri Massimiliano. Il lungo rettilineo deserto ed indistinto fa pensare ai film di Antonioni. Ci azzeccasse pure l’incomunicabiltà? E la macchina piccola è un richiamo al contrasto tra il ricco calciatore e il cipputi alla catena di montaggio?  Ci azzeccasse pure Carlo Marx? O semplicemente il quaglia nella sua macchinetta aspettava Godot? Allora ci azzeccano Beckett e il Teatro dell’assurdo.
Vedrete che presto Massimiliano Gallo sarà invitato a Porta a Porta. Per dare l’interpretazione originale. Ha sognato il Quaglia da destra o da sinistra? O magari lo chiamerà Marzullo. Per dirgli “ Si faccia una domanda e si dia una risposta”. E Max ? Si chiederà “ Ma abbiamo fatto bene a cedere Quagliarella?”

Guido Trombetti

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