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Napoli ancora in apnea,
7 match in 29 giorni

Finito un ciclo, ce n’è sempre un altro. Il Napoli è pronto ad affrontarlo con la solita grinta. In apnea fino a Natale. Sette partite in ventinove giorni, un frullato d’agonismo ed emozioni che chiuderà l’anno calcistico. Una sola certezza, il San Paolo deve tornare l’alleato prezioso e fidato per restare nelle posizioni nobili della classifica e tentare – chissà – il passaggio alla seconda fase di Europa League. «Vedrete che il nostro stadio sarà fondamentale. Ci darà una grossa mano», questo l’auspicio di Mazzarri subito dopo il ko con la Lazio che ha chiuso il tour de force autunnale. Una settimana spartiacque, poi si ricomincia. Da domani meglio trattenere il respiro e tuffarsi in questo pazzo e tortuoso calendario. Il Napoli dovrà rompere l’incantesimo di Fuorigrotta. Una maledizione che s’è già spezzata con il Parma, a dire il vero, il bilancio – però – resta largamente inferiore rispetto al ruolino in trasferta.
Due vittorie, un pareggio e due sconfitte, un bottino che denota qualche difficoltà di troppo. Alcune sono nel dna di questa squadra (che si esprime meglio negli spazi larghi), altre sono nel mirino di Mazzarri che ci sta lavorando. Basta assalti all’arma bianca e niente più attacchi scriteriati. Gestione del ritmo diversa e lettura dei momenti della gara da grande squadra. C’è un momento per affondare e un altro per controllare. Ogni riferimento al Bari e al Chievo non è puramente casuale: troppo ardore e poco ragionamento. I punti gettati via fanno ancora male all’allenatore che ha ripetuto spesso questa lezione al gruppo. Bisogna aspettare l’attimo giusto e costringere gli avversari a scoprirsi. Con il Parma, il piano ha funzionato. Il vantaggio di Cavani è ormai inserito nel manuale del perfetto contropiede. Schema da ripetere. Magari proprio con il Bologna, falcidiato dalla crisi societaria e con lo spettro del fallimento. Malesani, però, è un tecnico che se la gioca sempre e questo potrebbe favorire la manovra azzurra.
Luci al San Paolo, insomma. Che è poi l’altra tradizione (negativa) da invertire. I “guerrieri della notte”, infatti, si sono esaltati sotto i riflettori sempre lontano da Napoli. Il bilancio casalingo – tolta la gara con l’Elfsborg – è tutt’altro che lusinghiero. Tre pari (Bari, Utrecht e Liverpool) e due scivoloni (Chievo e Milan), i colpacci invece sono arrivati a Genova e Cagliari. Statistica da cambiare, dunque. E anche al più presto. Perché oltre al Bologna, il by night si ripeterà contro il Palermo e lo Steaua Bucarest (l’unica pomeridiana è con il Lecce alle 15).
Il binomio, insomma, deve tornare a funzionare: è il presupposto necessario per sognare un traguardo straordinario che profuma di Champions League, obiettivo che nessuno pronuncia apertamente ma tutti sognano. «Essere all’altezza in casa e continuare così in trasferta», questa è la ricetta di Mazzarri. Quattro volte il pubblico come alleato e tre blitz (Udinese, Utrecht – decisiva per la qualificazione – e Genoa) da accarezzare. Solo così si continua a respirare l’aria dell’alta classifica. Lassù dove restano le grandi.
Pasquale Tina
(la Repubblica Napoli)

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