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Aurelio: “Non si vende
Io non sono tirchio”

E’ cinamtografico, e non poteva essere altrimenti,  il giudizio di Aurelio De Laurentiis sulla partita di ieri ai microfoni di Marte sport Live.  “Ieri – dice – mi sono divertito molto a guardare il Napoli. Il “palcoscenico” da tragedia greca con pioggia e vento mi ha impressionato molto. In televisione quasi non si riusciva ad ascoltare nulla, questo dava la dimensione della difficoltà della partita. Il Napoli l’ha interpretata molto bene: con queste folate, il pallone poteva essere difficilmente controllabile. La differenza di temperatura rispetto a Castelvolturno era davvero evidente. Quest’improvviso cambiamento climatico poteva incidere negativamente, ma i nostri hanno dimostrato capacità agonistica e fisica. Ringrazio anche lo staff che è dietro le quinte”.
Ezequiel Lavezzi è stato protagonista: “Ha giocato la partita con due ruoli diversi. Nel primo tempo è stato attaccante centrale, nella ripresa è tornato nella posizione a lui congeniale e ha potuto svariare. Ho letto qualche commento ingiusto su Sosa. E’ un giocatore impegnato in certe posizioni che sono diverse rispetto a quelle che copriva nel passato e si deve ambientare. Bene anche Yebda: sta crescendo notevolmente. Un soprannome? E’ ancora troppo presto. Comincia a dare consistenza al centrocampo, ma lasciamolo crescere. Lui e Sosa diventeranno degli elementi complementari molto importanti. Sono contento che Zuniga sia stato protagonista nonostante sia stato fischiato in maniera quasi razzista. Ha riconquistato tranquillità dopo qualche errore commesso, ha dato un supporto importante”.
Il Napoli è al quarto posto: “Sono soddisfatto, ma non dobbiamo mai fermarci. Ogni partita è un piccolo tassello di un progetto più lungo. Ma lasciamo stare i pronostici finali. Un voto? Non mi piace darli. Mazzarri e Bigon hanno la mia stima al 100% e sono più che soddisfatto. Si conoscono bene, la loro sinergia è totale. E’ arrivato anche Fassone, nel ruolo di direttore generale, che sta sistemando altre situazioni. Il mondo sta cambiando e noi dobbiamo adeguarci. Stesso discorso per il reparto scouting. Visionano giocatori dovunque. Noi dobbiamo adeguarci alle regole della Uefa: dicono che io sia tirchio, ma non è vero. I bilanci devono essere in regola, altrimenti ci saranno delle sanzioni dalle competizioni europee. Stiamo crescendo, fatturiamo delle entrare che in passato non sono mai esistite. Porto al Napoli una professionalità e una capacità di fare impresa che faranno aumentare gli introiti ed essere sempre più competitivi. Dobbiamo tutti essere accomunati dalla stessa bandiera. L’unità d’intenti è fondamentale e in questo i napoletani sono straordinari. Sono un presidente felice perché sono molto sereno”.
Il ruolino in trasferta è di tutto livello: 3 vittorie e 2 pareggi. Bisogna sbloccarsi al San Paolo: “Io non mi preoccupo. La pressione del nostro stadio è soltanto uno straripamento di affetto. Credo che i napoletani siano unici nella loro forza di comunicazione. I giocatori non devono scambiarla per una pretesa. Gli applausi sono arrivati anche dopo la sconfitta con il Milan: l’importante è portare con grande dignità il vessillo del Napoli. Dobbiamo metterci tutto e rispettare i nostri colori. I tifosi sono gioiosi, è la loro festa, sono i veri padroni del San Paolo. Sono i primi a gioire e i primi ad intristirsi, ma questo non è condizionamento, bisogna imparare a convivere con la straordinaria partecipazione”.
Giovedì si va a Liverpool: “Andare a giocare ad Anfield Road contro una squadra che ha un passato così forte, ci riempie di gioia. Io non credo che ci siano solo 2500 napoletani, non dimentichiamo che l’Inghilterra è un grande bacino di napoletanità. Ce ne saranno almeno 7000-8000 che magari vivono a Liverpool. Mi dispiace per quelli che non sono riusciti a partire, ma le disposizioni non le faccio io. Me le sarei portati tutti dietro”.
I grandi club della Premiership inseguono i gioielli del Napoli: “Ho letto che Ferguson vorrebbe comprarsi Hamsik e Cavani per 40 milioni di euro. Mi è venuto da ridere, mica possiamo essere sempre vessati. Sarebbe bello poterli vendere per 200 milioni e poi ricomprarceli l’anno dopo come è successo in questa sessione di mercato: purtroppo molti non capiscono che il contesto è importante per far esprimere un campione”.
L’argomento caldo è il mercato: “Sono molto tranquillo, non ho fatto nulla di più di quello che mi era stato chiesto dall’allenatore. Ora si può essere in disaccordo sui nomi e sulla qualità degli acquisti, ma non si compra un giocatore che immediatamente fa la differenza. L’esempio di Ibrahimovic è lampante. Dobbiamo stare molto attenti, ho scelto un condottiero tecnico ed è lui che mi deve dire cosa vuole: chi deve partire e chi deve restare”.
Liverpool è la città dei Beatles: “Mi sono sempre piacuti. Erano gli anni 60. C’era la famosa contrapposizione con i Rolling Stones. Eravamo tutti capelloni. Io – però – non ho mai suonato alcuno strumento, organizzavo le feste. E’ sempre stato il mio compito. Mi piacerebbe portare Paul McCartney al San Paolo. Magari con Bono degli U2 e Pino Daniele. Sarebbe un concerto fantastico, una grande festa per tutta la città con maxischermi nei vari quartieri”.
Napoli – però – sta vivendo un momento difficile: “La città soffre, dovremmo trovare la giusta strada. Serve una nuova linfa vitale nel nostro contesto per una sorta di rinascimento napoletano. Sarebbe straordinario se ci riuscissi assieme alle forze sane che vogliono contribuire a questo progetto. Mi dà fastidio l’immobilismo e la rassegnazione, quindi cerco di darmi da fare”.
Chiusura simpatica. Un aggettivo per definire il Napoli giovedì ad Anfield Road: “Lo dico in inglese. Very, very strong”.

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