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Hamsik: scommetto sulla Champions League

Dice Corioni, suo ex presidente al Brescia, che lei è «bravo in tutto, ma fuoriclasse in niente». Non è proprio una bella presentazione…
«Credo che la sua non sia una cattiveria, prendo questa frase come una giusta osservazione: sono tutt’altro che un calciatore straordinario e mi mancano ancora tante cose per diventarlo. Certo, non penso di essere Messi o Cristiano Ronaldo».
Quelli più critici sostengono che lei a volte non lascia tracce in partita, spesso accade nelle grandi sfide: col Milan, in definitiva s’è visto poco. Mica aveva ancora soggezione di Gattuso, di quando a San Siro la intimidì?
«Macché Gattuso, le liti accadono sul campo e lì restano e muoiono, neppure gli risposi. Piuttosto è vero che ho alti e bassi, ma sono più gli alti che i cali di rendimento. Mi occorre più continuità. Però è altrettanto vero che qui si giudica con benevolenza solo se fai gol, il resto del lavoro in campo sembra non contare nulla. Quindi se segni sei bravo, altrimenti no».

Sino a prima del rallentamento del Napoli (Catania, Liverpool, Milan) si fantasticava sul tridente Cavani-Lavezzi-Hamsik. Detto che – al di là delle momentanee delusioni dei tifosi – resta un ottimo trio d’attacco, quanti gol crede possiate mettere insieme in questo campionato?
«In totale 35. Quindici Cavani, dieci io e altrettanti Lavezzi».

Non tantissimi, visto che un anno fa ne avete segnato 31, e c’era Quagliarella al posto di Cavani. Che traguardo vede, allora, davanti a sè e al Napoli?
«Posso fare un giochino? Punterei zero euro sul primo posto, una bella cifra sulla zona Champions e un po’ meno sul piazzamento in Europa League».

Lei ha firmato di recente un prolungamento del contratto sino al 2015, motivandolo con una certezza: «Ho accettato perché il Napoli ha un grande progetto». Ci dice qual è?
«È quello che vedete attuarsi tutti i giorni, o meglio quanto siamo riusciti a fare in questi ultimi tre anni (Europa League, sesto posto etc.) e soprattutto quanto ha fatto il club dalla sua rifondazione ad oggi. Abbiamo compiuto passi importanti, siamo in crescita. Quindi possiamo giocarcela con chiunque».

Dalla Roma al Milan, cosa è cambiato? Squadra stanca o non adatta a combattere su più fronti? In campo siete quasi sempre gli stessi…
«Premesso che le scelte toccano all’allenatore, non c’è assolutamente stress, né siamo bolliti. Anzi, giocare sempre è l’unica grande molla che spinge ogni calciatore a dare il massimo».

Lei per lavorare ha scelto Napoli: cosa ne pensa dell’emergenza rifiuti, ha sentito cosa succede a Terzigno? Sa della camorra?
«Napoli ha problemi da risolvere, la spazzatura è un’altra grave emergenza, ma tutto ciò non mi trasmette sensazioni drammatiche. Anzi, un calciatore del Liverpool mi ha detto: “che città! Nonostante tutto, c’è enorme passione per il calcio, deve essere fantastico giocare qui”».

Un anno fa è stato rapinato in pieno centro.
«Bruttissima storia, tuttavia, pur avendo una casa a Castelvolturno, vengo spesso a fare shopping a Napoli: ovviamente niente più Rolex al polso, ma sempre e solo un orologino di plastica».

Toni Iavarone
Il Mattino

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