A proposito di presidenti e di storia del Napoli. Le critiche di questi giorni a De Laurentiis, soprattutto dopo il pezzo di Mimmo Carratelli sui nuovi spogliatoi, mi sembrano francamente ingenerose.
Non conosce la storia del Napoli? Beh, certo non la conosceva Corbelli, dubito che la conoscesse Naldi, certo non la conosceva (e non la conosce) Luciano Gaucci, che pure ha “rischiato” seriamente di diventare Presidente del Napoli (giuro che avrei stracciato per sempre la mia, ideale, tessera del tifoso).
Il problema non è questo; il problema è che questa storia venga rispettata (in tal senso le dichiarazioni sulla playstation di Bigon, che pure in questa stessa storia ha radici non trascurabili, sono state giustamente stigmatizzate). Noi possiamo chiederlo, a voce alta, e possiamo pretenderlo ma dobbiamo prima ancora ricordarla e divulgarla, farne un patrimonio di tutta la tifoseria (che la conosce assai poco), ed in tal senso Mimmo Carratelli sta dando, anche attraverso questo giornale, un contributo importantissimo.
Sono del resto convinto che, se si conoscesse veramente (tutto) il passato di questa squadra e di questa società, la figura di De Laurentiis verrebbe, anche dai suoi critici più accesi, rivalutata, e di molto. Non sono tutte rose e fiori, non ci sono solo vittorie ma anche (tante) sconfitte e delusioni; ma questo imporrebbe un discorso più lungo e articolato, che parta da Ascarelli, passi per Lauro e Ferlaino e arrivi fino ad oggi.
Certo sarà difficile sperare che DeLa perda la sua inflessione romanesca o che rinunci ai suoi sproloqui, ma nessuno è perfetto!
“Anche il gioco del football – il gioco più bello del mondo – può trasformarsi in storia. Un po’ romanzata, un po’ fantasiosa … condita da un pizzico di romanticismo perché fatta di immagini vaghe, felici, spensierate; ma la vita di una società, di un club, di un ambiente, di una squadra, che rappresenta comunque una città, offre lo spunto per capitoli di indagine approfondita, psicologica, morale, di costume ….” (Antonio Scotti, nella prefazione alla storia del Napoli di Gianni Nicolini).
Dunque la storia del Napoli è un patrimonio, tutto nostro, fatto di sentimenti, emozioni, ricordi e che prescinde dal presidente di turno, un patrimonio che dobbiamo difendere, a denti stretti; sono convinto che ci riusciremo.
Scriveva Benedetto Croce alla fine degli anni venti: “ancora non mi rendo conto del perché i napoletani gioiscano in modo così rumoroso quando il Napoli vince e si immalinconiscano tanto quando perde; ma quello che più mi stupisce è che quando il Napoli perde dispiace anche a me”
Dunque, forza Max, forza Mimmo Carratelli, forza Ilaria, forza Napolisti, il Napoli, che ha radici forti e autorevoli, è nostro e appartiene solo a noi.
<strong>Mimmo Taglialatela</strong>
Ingenerose le critiche a
De Laurentiis sul passato
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