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Allo stadio e in Laguna
si canta in napoletano

Ci eravamo lasciati con Oi vita Oi vita mia, inno dello stadio san Paolo che nasce dal cuore dopo un trionfo o una vittoria sofferta e goduta. Al Romanista non piacque molto. Il quotidiano, è stato scritto in qualche post l’ha presa come uno sfottò senza sapere che invece è una canzone che nasce dal cuore e non vuole avere alcun senso di scherno verso gli avversari. E’ napoletana ed è per i napoletani, frutto di una festa ed un orgasmo collettivo. E pare che le canzoni napoletane piacciano molto più di tante altre. Leggendo il sito del corriere delmezzogiorno.it scopriamo che negli ultimi giorni la Lega Nord sembra non dar pace ai gondolieri di Venezia. Il motivo? Cantano troppe canzoni napoletane, le più richieste dai turisti di ogni parte del mondo. Dopo un’accurata indagine, scrive Marco Perillo, i leghisti veneziani, secondo quanto riportato da diversi organi d’informazione, hanno scoperto che i motivi più ascoltati in gondola sono quelli tipicamente meridionali. Nell’«hit parade» ci sono due super-classici come Torna a Surriento e Funiculì, funiculà. In seguito alle protese della Lega, i gondolieri hanno spiegato di non poter interferire con le scelte dei turisti, perché vogliono ascoltare soltanto ‘O sole mio o Era de maggio. Canzoni venete o «padane»? Nemmeno per sogno: nessuno le conosce.

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