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A Catania senza vaffa
con ambizioni da grande

Tu chiamala, se vuoi, prova di maturità. E’ quella che affronterà il Napoli domenica a Catania. Contro una squadra ostica che rappresenta una sorta di spartiacque nel campionato degli azzurri. Vincere significherebbe affermarsi definitivamente come una grande, una squadra capace di battere le formazioni più deboli e – nel caso della Roma – superare anche chi sulla carta è più attrezzato ma attraversa un periodo buio. L’anno scorso a Catania fu un bruttissimo 0-0. Arrivavamo dall’indimenticabile 2-3 di Torino contro la Juventus: la magica rimonta che fece entrare Mazzarri nel cuore dei tifosi. Al Cibali – ora Massimino – invce rischiammo non poco. Lavezzi si mangiò un gol solo davanti alla porta e soprattutto Quagliarella inveì contro tutto e tutti al momento della sostituzione. Primi vagiti – canterebbe Venditti – di un mlessere che poi sarebbe esploso. Oggi Fabio non c’è più. Completamente dimenticato. Sembra quasi non esserci mai stato. C’è Cavani, il grandissimo Cavani, e maledetta la Nazionale uruguayana che l’ha utilizzato per due amichevoli insignificanti. Pare che parta dalla panchina. Mah. Signorini annuncia un Pocho in gran forma; si parla di Yebda dal primo minuto.
Nella sua intervista a Repubblica, Mazzarri ha detto che qualcuno ha paragonato il suo Napoli a quello di Vinicio. Lascio ad altri i paragoni, io ero troppo piccolo. Però so che quella squadra era fenomenale al San Paolo, meno fuori casa dove vinse solo a Varese per 1-0. Quindi… Noi non ci saremo. L’anno scorso ce la vedemmo brutta all’atterraggio a Fiumicino e allora stavolta abbiamo optato per una comoda domenica in tv.
Massimiliano Gallo

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