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Notte di streghe, al Napoli manca tutto

Notte di streghe al “San Paolo”. Ma s’era visto subito. Facce stanche, gambe pesanti. La partitissima di Genova ha lasciato un segno profondo. Eppure, contro il Chievo, era cominciata in discesa (9’ gol di Cannavaro), poi la clamorosa rimonta dei veronesi (3-1).  Al Napoli sono mancate corsa, lucidità, brillantezza. Il Chievo è stato padrone della partita, in scioltezza, più fresco e compatto. Due linee di otto uomini a proteggere Sorrentino, contropiede veloce con la fisicità di Granoche e l’abilità di Pellissier (doppietta!), i centrocampisti ad accompagnare l’offensiva, l’ex Bogliacino tra le linee a creare disturbo. Napoli anche distratto, sotto anche nel conteggio delle palle perse e di quelle recuperate. In piena sofferenza Pazienza e Gargano, tagliati fuori dalla rapidità dei contrattacchi veronesi. Difesa allo sbando, poco assistita, col rischio continuo di esporsi uno contro uno. E Cannavaro, cannoniere della serata, in ginocchio per gli avventati retropassaggi a De Sanctis sull’ultimo dei quali Pellissier andava a mettere il sigillo alla partita.
Era rinato il Napoli a Genova, è affondato al “San Paolo”, in una serata in cui si è espresso a lampi, torturato dal pressing veronese, messo fuorigioco a centrocampo, chiuso nei venti metri finali del Chievo. Non è mancato l’impegno, non è stata la partitaccia contro l’Utrecht, forse sono mancate le energie necessarie. De Sanctis alla ribalta con tre interventi salva-tutto. Lavezzi elettrico, ma si spegneva negli ultimi metri, raddoppiato e stoppato dai difensori avversari. Pochi palloni utili per Cavani. Ha giocato a centrocampo Hamsik, sbagliando molto. Il pallone, per gli azzurri, pesava. Fuori misura i lanci, imprecisi i tocchi corti. Nel finale si sono visti Sosa (6’ per Gargano) e Dumitru (81’ per Maggio), ma ormai la partita era andata. Qualche spunto di Dumitru, che però non perforava la difesa veronese sempre fitta e ben piazzata. Senza personalità Sosa che osava poco.
Dossena ha inciso meno, pur andando avanti e cercando sempre il cross, e così Maggio, mentre il Chievo presentava un vivacissimo Costant (sulla fascia di Maggio). Dal suo piede partiva il gol del pareggio (22’ Campagnaro in ritardo su Pellissier che insaccava da destra con un diagonale profondo). Era durato poco il vantaggio del Napoli (9’ sul cross di Lavezzi da destra, Cannavaro sbucava di testa sul secondo palo). Dopo il primo gol di Pellissier cominciava la partita “vera” col Napoli in ginocchio e il Chievo corsaro. De Sanctis doveva salvare sui piedi di Granoche dopo avere respinto un gran tiro di Bogliacino (18’). Si metteva proprio male per il Napoli che non riusciva a domare mai il match, perduti l’intensità, il ritmo e la rabbia agonista del successo sulla Sampdoria. Gli azzurri subivano. Pure, qualcosa andava storto. Sull’uno a uno la traversa di Hamsik (37’) con un tiro impossibile da fondo campo. Il salvataggio di Sorrentino col corpo sul colpo di testa ravvicinato dello stesso Hamsik (73’) sull’1-2. Il fallo da rigore di Andreolli su Lavezzi (67’) sempre sul minimo svantaggio per gli azzurri. Ma è anche vero che De Sanctis doveva salvare su Pellissier rubandogli la palla (49’) e sventare un colpo di testa di Cesar nell’angolino basso (62’).
Il Chievo andava al raddoppio in carrozza. Sul lancio dalle retrovie sino al limite azzurro colpo di testa di Granoche sul quale si muoveva Pellissier (aiutandosi con un braccio) a servire Fernandes (entrato al posto di Costant. Fernandes, chi era costui?) che giungeva di corsa tutto solo a fiondare in rete (58’). Si sperava nella solita riscossa del Napoli, magari nel finale. Ma le gambe non giravano. La penetrazione folle di Lavezzi in area veniva stoppata da tre difensori e Andreolli interveniva da rigore. L’occasione di Hamsik si infrangeva sul corpo di Sorrentino. E il patatrac della difesa napoletana si concludeva con un altro retropassaggio di Cannavaro a De Sanctis, debole e corto, sul quale si infilava Pellissier per segnare a porta vuota (74’) mentre il portiere era uscito, ma non poteva farci nulla sulla follia di Cannavaro. Azione essenziale col lancio di Sorrentino direttamente davanti all’area azzurra.
Il Chievo finiva in attacco a conferma delle energie ridotte del Napoli. I veronesi sono stati meglio in campo, continuamente sollecitati da Pioli, un ossesso a bordo campo. Il Napoli s’è sfilacciato subito arrendendosi a una squadra meglio organizzata e, a suo modo, spavalda, che “leggeva” immediatamente le difficoltà degli azzurri. S’è arreso il Napoli anche al serrato succedersi di queste partite. Prepariamo gli spaghetti per la trasferta di domenica a Cesena (12,30). Un’altra esperienza. E se il Napoli non recupera sarà un pranzo avvelenato.
Mimmo Carratelli

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