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Città freddina nell’era del post-maradonismo

Mi sbaglierò, ma questa partita di Maradona al San Paolo mi sembra, finora, più uno show mediatico che non realmente sentita dalla gente. Gli amici mi dicono, “ma dai, fino al 30 ottobre manca molto”, ma non sento quel friccicare in città, quel parlare in continuazione tra un caffè e l’altro. Si attende, si spera, poi se non arriva tutto sommato non ci stracciamo le vesti e gli abitanti di Fuorigrotta gioiscono pure per un problema in meno. Ho anche paura che il Napoli tema questa partita, non tanto per le ripercussioni sulla squadra, ma perché troppi eventi ravvicinati al san Paolo possano nuocere al botteghino  e la gente, pur di abbracciare Diego, sarebbe disposta a disertare le partite di Mazzarri e compagni.
Non sento l’aria elettrica dicevo e mi spingo in un’altra considerazione. Dai fasti di Maradona a Napoli sono passati vent’anni e siccome conoscere Maradona significa aver avuto all’epoca almeno otto anni, ecco che i bimbi di allora che lo ricordano non tanto per le giocate, quanto per l’entusiasmo dei padri e dei fratelli, oggi hanno una trentina d’anni. Quindi significa che le giovani leve di Maradona sanno per quanto visto sulle cassette e in tv, quindi sui libri di storia.
Napoli si sta avviando al post-maradonismo. C’è una squadra che dice di voler far sognare. Lentamente si sta scalando la classifica che cinque anni fa parlava di serie C e cinque, sei anni fa era molto difficile far tifare ad un bambino il Napoli  le cui gesta non erano narrate nemmeno alla Domenica sportiva. Il post maradonismo significa guardare il presente, il futuro e non il passato.  Rifiuto categoricamente l’idea di De Laurentiis che ha lasciato a marcire, sì, proprio così, marcire, i trofei di bassa lega del Napoli in uno scantinato del palazzo della Provincia, acquistando dalla Curatela fallimentare solo scudetti e coppe internazionali. Come se la società che ha vinto due titoli italiani e una Coppa Uefa non fosse la stessa al quale era andato il piatto decorato a mano nel torneo di Cava de’ Tirreni. Ma allo stesso modo leggo questo iniziale scarso entusiasmo, come se la città stesse semplicemente a guardare, come voglia di fatti concreti e non di vivere di ricordi cosa che Maradona rappresenta, album ingiallito di fasti passati che occupano un pezzo di cuore per tutti. I grandi per averli vissuti, i piccoli per averne sentito il racconto magari la sera prima di addormentarsi a letto.
<strong>Stefano Romano</strong>

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