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Lucarelli, chi fa il calciatore deve giocare a Napoli

Cristiano Lucarelli è l’ospite del salottino di Marte Sport Live: "Voglio chiarire subito un punto, non ho mai fatto un gesto irriguardoso nei confronti dei tifosi del Napoli. Da avversari, ci siamo incrociati poche volte. Non mi sono mai permesso di farlo. Mi dispiace che sia venuta fuori questa cosa, ho una provenienza curvaiola e certi gesti non mi appartengono". Lucarelli, invece, vuole godersi Napoli con la sua famiglia: "Mattia è contento, ho preso il 99 proprio per il suo anno di nascita. Ieri ha fatto il suo debutto in una scuola calcio di Posillipo. E’ un centrocampista di temperamento". Proprio come il papà che in azzurro ha ritrovato Mazzarri: "E’ ovviamente cambiato rispetto all’esperienza di Livorno, abbiamo sempre avuto un buon rapporto perché sono uno schietto e sincero. E’ sempre molto motivato, è affamato di vittorie e sono convinto che si possa disputare un’annata positiva". Entrambi sono livornesi: "Ma lui è più annacquato, è della provincia e poi adesso vive ad Empoli. Scherzi a parte, sono venuto qui perché conosco i suoi metodi di lavoro e ho fiducia in lui. Chiariamo un altro punto, non sono a Napoli per l’amicizia di Mazzarri. C’è stima e rispetto reciproco, tutto qua. Sono contento della scelta, sto vivendo una grande emozione. Chi fa il calciatore, deve giocare almeno un anno a Napoli. Ho rinunciato a dei soldi, ma non è importante. Parliamo di stipendi di un certo livello, noi siamo calciatori, non certo operai o metalmeccanici. La minaccia di sciopero? Non guardiamo solo ai campioni, nelle serie inferiori ci sono giocatori che guadagnano 1100 euro al mese che devono mantenersi. Dobbiamo tutelarli, per questo siamo compatti come Aic, la serie A fa da traino". Lucarelli ripercorre i suoi inizi: "Nel 1990, la mia società, l’Armando Picchi, era satellite del Napoli e io potevo fare il settore giovanile con la maglia azzurra, poi invece la trattativa non andò in porto. All’epoca costavo 22 milioni di lire. Tra i miei idoli di allora, c’erano Van Basten ma soprattutto Careca. La bicicletta scambiata con la maglia della Samp? Risale a molto prima, provengo da una famiglia operaia, avevo questa bici, vidi questo ragazzo con una maglia da calciatore e gli proposi lo scambio. Lui accettò, ma poi la madre mi riportò indietro la bici". Curioso anche il trasferimento a Lecce: "Pantaleo Corvino mi volle dopo l’infortunio di Valencia. Mi disse che mi acquistava perché tutti gli avevano parlato male di me. La Fiorentina? E’ una voce che non commento, io sono felice di essere a Napoli". Lucarelli continua a raccontare episodi curiosi della sua carriera: "Segnai in nazionale contro la Moldavia a Livorno. Avevo una maglia degli ultras, c’era l’effigie del Che. Volevo festeggiare un gol con la maglia dell’Italia senza dare un messaggio politico e sono sempre stato ricordato per questo episodio". Lucarelli è anche imprenditore ed è sponsor della Carrarese: "Qualcuno del Napoli farebbe comodo, ci sono tanti campioni. E’ la squadra più forte in cui io abbia mai giocato. Mi sta sorprendendo tanto Maiello, si allena con la tranquillità di un veterano. Gli faccio i complimenti. Il gruppo comunque è molto valido, ci sono ragazzi seri, l’unità d’intenti è fondamentale. Ci sono tutti gli ingredienti per fare bene. Dobbiamo pensare da grande squadra". Domenica, intanto, c’è Napoli-Bari: "Mi pare che segnai con il ‘sedere’ quando ero a Lecce su un tiro forte di Conticchio".

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