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Una mattina mi son svegliato e ho trovato l’1+9 di Lavezzi

<em>Leggo sul Mattino che Lavezzi ha in mente di mettersi sulla maglia non un numero, bensì una somma. Come fece Zamorano: il cileno, quando arrivò all’Inter, trovò la 9 sulle spalle di Ronaldo e allora si fece disegnare 1 più 8. Ora il Pocho vorrebbe fare lo stesso. 1+9, perché quella maglia lì è stata ritirata. Mah. Non voglio riaprire polemiche né con d’Esposito né con Maurelli (lui vorrebbe dargli persino la 10) né con Botti né con Tatarano né con tanti altri. Mi sono ripromesso che non dirò nulla sul Pocho. In sincerità, mi aspetto tanto da lui. Nel finale dello scorso anno ho notato cambiamenti positivi e una confidenza col gol mai vista prima. Se gioca avanti e impara a puntare la porta (e a segnare) potrebbe diventare devastante. Quindi… Però il troppo è troppo.
Ricordo ancora quel che accadde nella prima amichevole dell’estate ’91. Ero rimasto a Napoli a studiare, mi pare ci fosse il golpe in Russia, con Gorby e Raissa che scendevano quella scaletta dell’aereo. Io me ne andai allo stadio. Lui non c’era più. La sua maglia sì. La indossava uno che a calcio sapeva giocare, Gianfranco Zola. E a un certo punto dalle gradinate della curva B si levò una voce: “Lievete chella maglia ‘a cuollo”.
</em><strong>Massimiliano Gallo</strong>

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