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Lavezzi è come la mamma
A Napoli non si tocca

Lo sapevo. A Napoli, toccare Lavezzi è come toccare la mamma. A scuola si diceva: “Nun mettere ‘e mamme mmiezo…”. Ecco, è proprio la stessa cosa. Un fenomeno inspiegabile. “Nun se po’ capi’”, direbbe Er Pomata se fosse un tifoso azzurro invece che un impenitente cavallaro. Tocchi un nervo scoperto, tocchi l’essenza della napoletanità, tocchi un rapporto sacro. Ho fatto quest’esperimento più volte e ho ricevuto sempre le stesse reazioni. Si chiudono nel silenzio per non reagire. “Altrimenti litighiamo”. Offesi come se avessi profanato un luogo sacro.
E infatti, stamattina, puntuale, i due compagni napolisti (entrambi lavezziani) mi hanno messo il muso. In redazione, d’Esposito ha salutato passando avanti senza fare neanche un accenno al tema. Come se nulla fosse accaduto. Mah. Maurelli, via chat, mi ha scritto: “Hai scritto un pezzo del cazzo su Lavezzi, un pezzo assurdo, sono profondamente indignato, deluso, arrabbiato, ma non ti dò soddisfazione, neanche ti rispondo. Forse lo farò un giorno, come la moglie di Scajola”. A nulla è valso ripetere che il Napolista è luogo di discussione, ciascuno può dire la propria, che in fondo quelle cose le ho sempre dette, anzi stavolta ho persino aggiunto che quest’anno è migliorato. Niente. Lavezzi non si tocca. Come la mamma (a proposito, di sicuro sarà arrabbiata nera anche lei, lavezziana doc).
Vabbè. Allora torno da Fabrizio. Lo provoco appena e lui: “Guarda – dice cominciando a roteare le braccia – è meglio che non parliamo di quest’argomento. Hai scritto un pezzo assurdo, autolesionista. E’ da ieri sera che ci penso ma non mi va proprio di scrivere. Tu hai le tue teorie, io le rispetto e chiudiamola qui. Ma esultare per la mancata convocazione di Lavezzi è assurdo”. E se ne va fuori a fumare. Risultato, non vogliono scrivere.
Vado sulla pagina Napolista di Facebook e trovo un commento lasciato ieri sera da Ilaria Puglia perfettamente in linea: “mi rifuto di cadere nella tua provocazione e non vado oltre il commento già lasciato sul sito”. Insomma, terra bruciata, emarginazione. E’ il triste destino di un napolista che non è riuscito ad amare il Pocho.
Massimiliano Gallo

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