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Diego e la conversione
del bimbo juventino

Paolino è un bimbo assai vispo e simpatico di quasi 9 anni. E’ il figlio dei miei vicini. Dopo un breve periodo trascorso con la testa sottomessa ad un vero e proprio lavaggio del cervello, in cui l’ottusità di un padre gobbo e scellerato ha cercato di inculcargli una ideologia banale e ragionata tra sciarpe bianconere, scudettini appesi al letto e poster di Platini e Del Piero, da due anni, praticamente investito da una tempesta emozionale, ha coscienziosamente scelto la sua seconda pelle. Quella dettata dalla passione, quella azzurra. Quella del suo chiassoso dirimpettaio.
Ad incuriosirlo in principio, sono state le colorite processioni della domenica pomeriggio verso la mia porta, accompagnate come da copione, da urla, cori, gesti scaramantici e qualche improperio. E’ evidente che l’aria mesta di casa sua proprio non gli si addiceva. Poi, con la scusa di voler far visita al mio tenerissimo pastore tedesco, ha varcato quella soglia, e incantato dall’esplosione di azzurro, in mezzo alle foto di Maradona e Bruscolotti, ha iniziato a vacillare sensibilmente una già fragile convinzione, e sempre senza che gli dicessi niente, mi ha spontaneamente chiesto se avesse potuto assistere alla partite in tv insieme a tutta la mia banda. Con ovvia e somma “gioia” del suo tristissimo padre. In conclusione, a dare il definitivo colpo di grazia e il conseguente abbandono di vecchie e spente spoglie incolori, è stato il giorno dell’esordio allo stadio San Paolo dello scorso anno(e qui non voglio dilungarmi sui capricci, i pianti, gli scioperi della fame e i finti suicidi che s’è inventato per avere il permesso dai genitori). Accompagnato(sempre senza che gli si dicesse niente), potete immaginare da chi. Con sempre più ovvia e con sempre più somma “gioia” del sempre più triste padre.
Da quel momento Paolino è diventato ufficialmente la nostra mascotte. Da quel giorno Paolino è letteralmente impazzito. Da quel giorno il papà di Paolino mi odia.
Luciano(il padre)attualmente, non è più libero di vivere tranquillamente le mura domestiche in presenza del simpatico pargoletto. Sfottò, risatine ironiche e scappellotti dietro la nuca sono diventati pressoché continui. La sua cameretta si è trasformata in una rivisitazione moderna del vecchio “Club Napoli” di Antonio Irolla, le cui pareti farcite di quadri, poster e foto, non lasciano spazio nemmeno per appendere una reliquia santa o il baffo di un trisavolo. E’ praticamente un incubo per Luciano. In aggiunta a ciò, il piccolo, ogni sera si presenta a casa, anche in assenza del sottoscritto. E mentre Lapo(il pastore tedesco di cui sopra), dapprima considerato l’ideale compagno di giochi o il cucciolone dolce e mieloso con cui trascorrere ore di svago, in un paio di mesi, è stato ridimensionato alla stregua dei souvenir veneziani di mia madre. Se gli va bene, a stento gli è concesso uno sguardo. Infatti, l’unica meta che riesce a rapirgli l’attenzione, si è spostata magicamente verso la mia stanza da letto. I giornali, gli almanacchi, le riviste e le decine e decine di cd sulla storia del Napoli, sono i suoi principali ed invidiati interessi. E’ divenuto in poco tempo una enciclopedia umana, tanto che tutte le volte che ci incontriamo, mi pone quesiti e trabocchetti anche sulle parole dei cori che si cantano in curva o addirittura sulla vita di vecchi e dimenticati calciatori che hanno indossato la nostra casacca. “In che ruolo giocava Dal Fiume?” o “in passato, prima di Denis, abbiamo avuto un altro Tanque, chi era?”, “chi è stato il giocatore più tirchio della nostra storia?”, “e lo sponsor dell’83?”(alcuni esempi della follia di un fresco napolista).
A questo punto, dopo avergli sentito anche cantare per una settimana intera “la favola più bella” e dopo avergli sentito urlare un milione di volte “si gonfia la rete” come un ossesso contro il frastornato Luciano e infine, dopo avermi chiesto “secondo te, alla fine, ce la facciamo ad arrivare lì?”(componendo con le dita il numero 4, poichè la scaramanzia napoletana non gli permette di usare quel termine che ha per sigla CL), mi meraviglio che le sua prima parola da poppante sia stata “papà” e non “Beppe-gol”…
Esempi di domande di Paolino:
In che ruolo giocava Dal Fiume?
In passato, prima di Denis, abbiamo avuto un altro Tanque, chi era?
Chi è stato il giocatore più tirchio della nostra storia?
E lo sponsor dell’83?
Quale giocatore che ha vestito la maglia azzurra, è andato in una trasmissione televisiva, a fare una dichiarazione d’amore per la sua bella?
Quali erano gli scarsi terzini del Napoli nell’anno maledetto (97-98)?
(N.B. Rispondere alle domande del perfetto tifoso, ricordando la regola: chi usa internet è un gobbo giuventino).
<strong>di Gianluigi Trapani</strong>

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