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Sarri sta cambiando il Napoli, lo sta spostando a destra

Napoli-Fiorentina, l’analisi tattica: le assenze spingono la squadra verso una nuova zona per la costruzione del gioco. Hysaj, ieri, ha giocato 141 palloni.

Sarri sta cambiando il Napoli, lo sta spostando a destra
Foto Ssc Napoli

Cambiare il Napoli

Chi ha seguito con attenzione Napoli-Fiorentina, avrà notato alcune differenze visibili, anzi percettibili anche ad uno sguardo poco attento. Il cambiamento che Sarri ha iniziato ad impostare non ha (ancora) prodotto buoni risultati, ma potrebbe rappresentare una svolta importante nello sviluppo del modello di gioco del Napoli. Semplicemente, la squadra azzurra sta iniziando a costruirsi delle alternative. All’interno dei propri principi, Sarri sta cercando di variare. È già successo diverse volte in questi due anni e mezzo, e chi individua un solo turning point (il passaggio dal 4-3-1-2 al 4-3-3 del primo anno) commette una leggerezza importante. Perché trascura il passaggio dal Napoli di Higuain a quello di Gabbiadini/Milik; dimentica l’adattamento a Dries Mertens centravanti; cancella la trasformazione di Ghoulam in fulcro del gioco laterale.

Insomma, c’è in atto una nuova mutazione. Nel primo tempo con la Fiorentina, torniamo all’inizio, è stata abbastanza lampante: il Napoli ha giocato a destra. Ha spostato sulla fascia opposta alla solita la fase di costruzione del gioco. I dati e i posizionamenti medi, da questo punto di vista, sono eloquenti.

La rivoluzione in corso

È una doppia questione, come abbiamo detto appena sopra: dati e posizioni. Basta guardare il triangolo Allan-Callejon-Hysaj, basta guardare la posizione molto (più) stretta di Hamsik e Zielinski. C’è anche Mario Rui a fare da discriminante: il terzino portoghese è sulla linea di Koulibaly e Albiol, impensabile che “il terzino sinistro del Napoli”, inteso come elemento del sistema e non come calciatore, potesse rimanere così basso. Per renderci conto della portata potenziale di questo cambiamento, vi proponiamo un altro confronto posizionale.

Napoli-Fiorentina Vs Napoli-Milan, tutte e due partite senza Ghoulam

Il termine migliore che possiamo utilizzare è “adattamento”. Sarri e la sua squadra stanno adattandosi alla nuova condizione della rosa. L’assenza di Ghoulam priva il Napoli di un contributo di fisicità importante sull’out sinistro, ma anche di un insospettabile appoggio al centro del campo: con il tempo, il terzino algerino aveva raffinato la propria intelligenza calcistica, trasformandosi in vero e proprio uomo offensivo aggiunto al triangolo con Insigne e Hamsik. Il suo gioco non si limitava alla sovrapposizione elementare, molto spesso il suo raggio d’azione si spostava verso il centro, a creare superiorità numerica accanto ad Hamsik e per disorientare il sistema difensivo avversario. A Genova, nel mese di ottobre, una partita-esempio in questo senso.

Per permettere alla sua squadra di metabolizzare la mancanza di certe situazioni, cui contribuisce anche l’assenza temporanea di Insigne – il vero regista offensivo del Napoli -, Sarri ha studiato. Sta studiando. E, nel frattempo, ha sperimentato. Ieri contro la squadra di Pioli, e soprattutto nel primo tempo. Hysaj, a fine partita, è stato il calciatore con più palloni giocati (141). Non è un caso, non può esserlo.

La Fiorentina

Il “problema” è che il Napoli ha affrontato una squadra organizzata che ha risposto in maniera reattiva a questo cambiamento. Grazie a un dispositivo basico ma estremamente funzionale, unito a una condizione fisica ottimale, la Fiorentina non ha sofferto la mossa a sorpresa e anzi ha sfruttato a suo vantaggio l’apprendimento in corso del Napoli. Nella prima frazione, la squadra di Pioli è riuscita a tenere il ritmo più alto, il Napoli ha scelto l’approccio slow ormai proverbiale, anzi addirittura “consigliato” quando si sperimentano cose nuove. Il risultato è visibile nei primi 45′: un’occasione costruita dal Napoli, ovviamente sulla destra con Mertens (il tiro sballato di Jorginho) e tre palle gol per gli ospiti. Una differenza di produzione notevole.

Il dispositivo di Pioli è tutto nell’immagine appena sopra: Thereau scelto apposta come uomo d’appoggio a Simeone, ma soprattutto come angelo custode di Jorginho; linee compatte in fase di difesa posizionale e scivolamento sul lato forte. Che, come si vede ampiamente anche dal frame, è quello destro. Confrontiamo le posizioni di Hysaj e Mario Rui per renderci conto di come il Napoli sia cambiato, in una sola partita. Sotto, un’altra dimostrazione dinamica: a causa della continua marcatura di Thereau, Jorginho si è visto limitare ad “appena” 93 il numero dei palloni giocati. Pochi, rispetto alla media. Pochissimi, rispetto al numero di Hysaj.

La ripresa

Tutto cambia nel secondo tempo. Sarri, ieri, si è detto molto soddisfatto della prestazione nella seconda parte di gara, e noi abbiamo provato a spieagare/spiegarci perché. Intanto, i numeri grezzi: da una a nove occasioni costruite tra primo e secondo tempo, da una a nove conclusioni tentate. E poi, soprattutto, aumento dell’intensità complessiva e miglior attuazione dei principi di gioco posizionale. Il Napoli del secondo tempo è una squadra veloce nella circolazione avanzata ed arretrata del pallone, che applica il proprio modello di costruzione su entrambi i lati del campo. Si apre a una varietà di soluzioni, le esegue con maggiore rapidità e meriterebbe di sbloccare la partita. Ma sappiamo benissimo che il risultato può essere casuale, la prestazione non lo è.

Il Napoli cambia ancora, nella ripresa

Due esempi per mostrare/dimostrare quanto scritto. Sopra, nel momento di massima pressione del Napoli, il dispositivo difensivo della Fiorentina comincia ad accusare delle difficoltà. È un discorso di varietà e gioco posizionale, esattamente come detto sopra: il Napoli del 56esimo minuto sposta letteralmente l’avversario sulla fascia sinistra, torna un po’ alle origini ma poi apre il gioco dall’altra parte. Hysaj ha un’ampia porzione di campo da attaccare (il cerchio giallo), lo scivolamento della Fiorentina prende ad essere lento, i viola accusano anche un po’ di stanchezza dopo il primo tempo a cento all’ora. La squadra di Sarri ha cambiato marcia, ha velocizzato sé stessa, e in questo modo ora ha la possibilità temporale e spaziale per attaccare di più, e meglio.

Heatmap di Dries Mertens, primo e secondo tempo

Il secondo esempio è nel posizionamento medio di Mertens, che cambia tantissimo tra primo e secondo tempo. Il centravanti del Napoli, che ovviamente è parte del sistema – vuol dire che lo influenza e ne è influenzato -, rappresenta una cartina al tornasole rispetto alle modifiche che sono avvenute e si sono percepite nel corso dei 90′. Il suo progressivo spostamento a sinistra, tra l’altro nella zona dove può agire meglio per caratteristiche tecniche, è sintomatico di come il Napoli abbia piano piano spostato (di nuovo) il suo piano di gioco. Il gol non è arrivato, il Napoli non ha ancora risolto i suoi problemi ma ci sono lavori importanti in corso. Sotto, nelle conclusioni, cercheremo di spiegare quali.

Conclusioni

Come detto, il Napoli non è ancora guarito, resta una squadra convalescente. La mancanza simultanea di Insigne e Ghoulam ha spinto Sarri ad un primo tentativo di cambiamento dell’ordine precostituito. Impensabile che basti una sola partita per poter giudicare in maniera compiuta questo nuovo assetto, un risultato diverso (la partita di ieri è stata da tripla, tra primo e secondo tempo) non avrebbe spostato di una virgola la nostra percezione e la scrittura questa analisi. Allo stesso tempo, però, pensiamo alle possibili conseguenze a lungo termine: il Napoli recupererà Insigne (e poi Ghoulam), ma intanto ha appreso un nuovo modo di puntare verso l’area avversaria. L’idea è stuzzicante, di certo Hysaj-Allan (Zielinski-Rog)-Callejon non hanno la qualità dei calciatori che presidiano la fascia sinistra, ma la variabilità è una caratteristica importante. Anzi, un’arma possibile. E non sta tutta nei numeri di un modulo o nell’inserimento di un calciatore ics al posto di uno ipsilon.

Secondo il nostro modo di vedere e sentire le cose, Sarri ha apprezzato la ripresa del Napoli perché l’intensità mancata nel primo tempo, quella del Napoli di inizio stagione, ha saputo sposarsi con una squadra che sta cercando di evolversi. Di andare oltre i problemi di organico. Di risolverli con la forza del lavoro sul campo, come sempre fatto. Ovviamente, non possiamo presumere che anche questa rivoluzione possa avere esiti positivi. Ma è certo che il passato dovrebbe aver aperto una linea di credito nei confronti di questa squadra e di questo tecnico, almeno rimanendo confinati alle valutazioni rispetto alla qualità del gioco, ai risultati. Tutte cose che ora mancano, e che il Napoli sta provando a ritrovare cambiando nuovamente sé stesso. Il tentativo e la sua idea, in ogni caso, sono sempre da apprezzare.

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