Rabiot: «De Zerbi è malato di calcio, tornava a casa per vedere le partite e il giorno dopo ci interrogava»
Alla Gazzetta: «Nel 2019 ho scelto la Juventus per Allegri, è un vincente. Quando sono stato infortunato, mi chiedeva tre-quattro volte al giorno quando sarei tornato».

Db Milano 14/09/2025 - campionato di calcio serie A / Milan-Bologna / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Adrien Rabiot
Adrien Rabiot, centrocampista del Milan, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
L’intervista a Rabiot
Allegri è un valore aggiunto per il Milan?
«È un vincente e mi piacciono la sua personalità, come allena, la passione che ha per il calcio e la sua ambizione. Dà sempre tutto e mi rivedo nel suo modo di pensare. Fuori dal campo poi è sempre molto positivo, fa delle battute e ci fa stare tranquilli».
Lei lo ha definito il suo “papà calcistico”…
«Nel 2019 ho scelto la Juventus per lui. Lo avevo incontrato mesi prima della fine della stagione e mi era subito piaciuto».
Ecco perché ad agosto quando l’ha cercata il Milan non ha avuto dubbi…
«Il Milan mi voleva anche lo scorso anno: ero svincolato e abbiamo parlato. Con me la squadra sarebbe arrivata più in alto rispetto all’ottavo posto? Non lo so, ma visto quello che stiamo facendo adesso, dico che sono arrivato a Milanello al momento giusto. Il club rossonero mi ha cercato anche a luglio, ma allora era difficile per me andarmene dal Marsiglia. Dopo che è successa quella cosa, altre società italiane mi hanno contattato, ma io sapevo cosa volevo. A inizio mercato Allegri mi aveva detto: “Vediamo cosa succede” e qualcosa è successo davvero. Non so come fa, ma prevede anche… il futuro».
Quando era infortunato al polpaccio, Allegri la pressava per rientrare prima?
«Mi chiedeva tre-quattro volte al giorno quando tornavo, ma sapeva che l’infortunio era importante e voleva che giocassi solo quando ero pronto. Avere un allenatore che ti parla spesso, anche quando non sei disponibile, ti aiuta a stare concentrato sull’obiettivo. Pure in questo Allegri è super».
Per parlare di scudetto è presto?
«Sì. Pensare allo scudetto non serve: cerchiamo di vincere ogni partita e di raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati. Più passano le settimane e più vediamo che il gruppo ha qualità e mentalità giuste. Senza infortuni, speriamo di essere a febbraio-marzo nella posizione per giocarci le nostre chance».
Di De Zerbi che ricordo ha?
«Lo scorso anno abbiamo fatto bene. De Zerbi è pazzo di calcio e quando usciva dal centro sportivo, andava a casa a vedere qualsiasi gara. Il giorno dopo, magari parlando di tattica, ci interrogava: “Chi ha visto la partita ieri? Avete notato che…”».











