La Serie A non potrà mai rinascere finché Allegri e Conte detteranno legge col loro “calcio distruttivo” (Süddeutsche)

Il giornale tedesco non si tiene: "Conte difende il valore della passività come un principio sacro. Solo in Italia esaltano Maignan che impiega 50 secondi per una rimessa dal fondo"

Conte allegri Libero Serie A

AC Milan's coach Massimiliano Allegri (L) and Juventus' coach Antonio Conte are pictured during the Serie A football match Juventus vs AC Milan on October 6, 2013 in Turin. AFP PHOTO / ALBERTO LINGRIA (Photo by ALBERTO LINGRIA / AFP)

La Serie A non potrà mai rinascere finché Allegri e Conte detteranno legge col loro “calcio distruttivo” (Süddeutsche)

Italia, abbiamo un problema. O almeno, secondo la Süddeutsche Zeitung è un problema: il calcio italiano s’è ammalato di perdite di tempo, di distruzione dolosa del gioco, e infine di noia. E’ una cosa opinabile, certo, ne avevamo scritto anche noi. Ma il giornale tedesco parte dal derby di Milano di ieri sera, per trarne una lezione più generale sulla Serie A.

“Il Derby della Madonnina – scrive la Sz – riflette tradizionalmente non solo il clima calcistico del Milan, ma anche quello dell’intera Serie A. Questo, tuttavia, crea un problema, poiché il portiere del Milan incarna gran parte di ciò che non va in Italia in questa stagione. Maignan è un brillante difensore. Grazie alla sua posizione, evita i gol, cosa per cui i giornali nazionali si congratulano ogni settimana; oggi, erano particolarmente euforici. Tuttavia, gli piace anche interrompere il flusso del gioco. Non solo perché gli mancano le qualità calcistiche di un Manuel Neuer nel suo gioco coi piedi, ma anche perché generalmente preferisce un ritmo lento. Nel primo tempo del derby, ad esempio, con il punteggio sullo 0-0, c’è stato un esempio lampante in cui Maignan, del tutto inspiegabilmente, ha impiegato 49 secondi per battere il suo calcio di punizione dopo un tiro avversario”.

“Anche perdere tempo nel primo tempo sullo 0-0 è una tattica nel calcio. Non capita certo così spesso nelle partite di vertice dei migliori campionati europei; Neuer, ad esempio, è raramente sospettato di temporeggiare. In Serie A, tuttavia, fa parte di una cultura promossa da molti allenatori. E ora sta assumendo aspetti problematici”.

“Maignan, come il resto della sua squadra, riceve queste istruzioni dal suo allenatore, Massimiliano Allegri. Allegri è un sostenitore di una filosofia calcistica che attribuisce grande valore alla passività”. (…). E “non ha mai abbandonato questo approccio; anzi: ha seguito con coerenza questa strategia. Matematicamente parlando, ha ovviamente ragione. Tuttavia, dal punto di vista della filosofia calcistica, incontra delle resistenze”.

La Süddeutsche rimarca lo scarso numero di gol in Serie A: “Il minor numero di gol nei cinque maggiori campionati europei di questa stagione è stato segnato in Serie A, poco più di due a partita”.

Il quotidiano passa poi all’Inter, quasi la elogia.

Il punto è che l’Inter, “ancora alla ricerca del successo con un approccio proattivo, ha perso il derby di domenica. Anche dopo la finale di Champions League persa in modo grottesco, uno scudetto sprecato e l’addio di Simone Inzaghi, molto apprezzato per la sua visione tattica, l’Inter è rimasta fedele alla sua strategia fondamentale: sotto la guida di Christian Chivu, l’Inter ha il maggior numero di tiri in campionato, di gran lunga il più alto numero di expected goals e il maggior numero di gol segnati. Tuttavia, ora si trova al quarto posto, a tre punti dalla capolista. Non si registra solo la sconfitta per 0-1 nel derby, ma anche quella per 1-3 contro il Napoli di Antonio Conte l’altro grande allenatore che rifiuta lo spettacolo e difende il valore della passività come un principio sacro. Proprio questa differenza è la posta in gioco, ciò che preoccupa il campionato: perché la difesa non può essere combinata con uno stile di gioco attivo, come si fa nel resto d’Europa, ad esempio al Bayern Monaco? Finché Allegri, Conte e il loro approccio distruttivo detteranno il tono dell’intero campionato, il calcio di Serie A non conoscerà una rinascita. Anzi: alcuni attribuiscono addirittura la crisi in corso della Nazionale al curriculum insegnato nelle accademie calcistiche”.

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