La rovesciata di McTominay e il quarto gol della Scozia sono grande letteratura (El Paìs)

"Sono la prova che la vita stessa vale la pena di essere vissuta, nonostante i momenti brutti, le giornate grigie, la pesante e lenta routine dell'esistenza"

McTominay

Scotland's midfielder #04 Scott McTominay grabs the corner flag as Scotland's midfielder #23 Kenny McLean celebrates with teammates after scoring his long-range last-kick of the game goal during the FIFA World Cup 2026 European qualification football match between Scotland and Denmark at Hampden Park in Glasgow on November 18, 2025. Scotland scored two dramatic stoppage-time goals to beat 10-man Denmark 4-2 on Tuesday and reach the World Cup for the first time since 1998. (Photo by ANDY BUCHANAN / AFP)

È un tema che ritorna, ogni tanto. Lo sport può essere come la letteratura. La grande letteratura. E così è stata, per Galduer Reguera del Paìs, l’impresa scozzese nelle qualificazioni mondiali. “Bisogna leggere molto per trovare un romanzo davvero buono – scrive – e per una frase perfetta, o una piccola combinazione di due parole (bella di per sé, come un muro ben piazzato al limite dell’area di rigore), bisogna leggere ancora di più. Quando mi imbatto in una di quelle frasi, due parole magicamente unite, un paragrafo brillante, mi viene da esclamare, come un certo narratore dello Stadio Azteca: “Grazie, Dio, per la letteratura, per queste pagine”. Non sto esagerando. Forse solo un lettore può capire veramente”.

“Come Amélie, anche a me piace scrutare i volti dei miei compagni di cinema e, naturalmente, quelli dei miei compagni di tifo sugli spalti. Amo quei tifosi che portano le loro emozioni sulle maniche, quelli sofferenti, quelli le cui espressioni suggeriscono un intervento chirurgico per l’ernia. Mi chiedo: cosa stanno pensando in questo momento? E anche: cosa desidera trovare il tifoso sofferente allo stadio? Me lo chiedo di loro, ma anche di me stesso. Perché a volte mi guardo allo specchio, vestito con i colori della mia squadra, prima di andare allo stadio, o dopo aver lasciato il tempio. Come per la lettura, ho la stessa risposta: cerchiamo di rivivere qualcosa che ci ha toccato profondamente prima (soprattutto da bambini, da adolescenti, come l’altro giorno), un gol improbabile o, forse il contrario, la spontanea celebrazione della magia di un tiro avversario che colpisce il palo, una porta vuota”.

“Bisogna guardare molte, moltissime partite per trovare il momento perfetto. Ma quando arrivano, oh, quando arrivano. È successo l’altro giorno, con la Scozia. Che mi venga un accidente se qualcuno si aspettava un gol in rovesciata da un tizio di nome McTominay. Ma che dire del quarto? Che ne dite del quarto? Il quarto gol della Scozia è la prova che la vita stessa vale la pena di essere vissuta, nonostante i momenti brutti, le giornate grigie, la pesante e lenta routine dell’esistenza”.

“Guardando il calcio di punizione all’ultimo minuto di Kenny McLean da centrocampo, vedendo la palla librarsi nel cielo di Glasgow, vedendo Schmeichel (figlio) aggiustare la sua posizione e, infine, dopo un momento di trepidazione che avrebbe potuto riempire l’intero universo, vedendo la palla raggiungere la sua improbabile destinazione, ho sussurrato le parole – questa volta, le parole esatte – di Victor Hugo Morales. E quando ho spento la televisione, mi sono chiesto come spiegare a qualcuno che non capisce che i gol risuonano anche dentro di noi, come la grande letteratura, in ciò che siamo al di là del nostro corpo fisico, e che, come una frase perfetta in un mare di parole, un gol improbabile e bellissimo, sì, dà anch’esso un senso alla vita”.

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