Spero che la Coppa Davis torni ad avere il fascino di una volta, il pubblico ne ha voglia (Panatta)

Sul CorSera: doveva esserci la finale tra Sinner e Alcaraz, bisogna tornare alla vecchia formula. Non c'erano i migliori, ma Berrettini e Cobolli hanno messo testa, fisico e cuore.

Italy's Matteo Berrettini (L) celebrates with teammates after the victory over Spain's Jaume Munar Clar during the 2025 Davis Cup men's single final tennis match at the Super Tennis Arena in Bologna, northen Italy, on November 23, 2025. Italy claimed a third Davis Cup in as many years today after beating Spain 2-0 in front of delighted home fans in Bologna. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Il commento dell’ex tennista Adriano Panatta sulla terza Coppa Davis consecutiva vinta dall’Italia e la nuova formula adottata per la competizione.

La finale della Davis senza i migliori in campo, Sinner e Alcaraz

Panatta scrive sul Corriere della Sera:

Non è cambiata, è bella come una volta, anche se è la quarta in totale, addirittura la terza di seguito. È valsa la pena continuare sempre a inseguirla, darle importanza, metterla al centro di un tennis che è cambiato e corre sempre più veloce. Anche lei, la Davis, è cambiata, certo non migliorata, eppure resta capace di offrire momenti unici, batticuori estremi, e immagini che diventano iconiche. L’abbraccio tra Berrettini e Cobolli è stato bellissimo. C’è tanta Davis in quella immagine. C’è nella festa di tutti i ragazzi. Nel coraggio che hanno messo in mostra, nella volontà di non mollare mai, anche quando le possibilità di farcela si erano ridotte al minimo. E c’è tanta voglia di Davis nel pubblico che è stato accanto ai giocatori, e ha partecipato come poche altre volte mi è capitato di vedere.

Doveva essere la Coppa di Sinner e Musetti, di una nuova finale tra Sinner e Alcaraz. Non è successo, ma alla fine ha vinto la squadra che più delle concorrenti aveva altri giocatori pronti a diventare protagonisti, campioni anch’essi. Berrettini e Cobolli hanno messo in campo testa, fisico e cuore, e sono queste, ancora oggi, le armi che servono in Coppa. Coltivo però la speranza che la Coppa possa ancora trasformarsi e ritrovare tutto l’incanto sportivo che aveva una volta, che veniva dai confronti tra nazioni disposte a mettere in campo tutte le forze migliori. Mi fanno sperare le dichiarazioni rilasciate da Sinner e Alcaraz, entrambi catturati dall’idea di giocare la Davis com’era una volta. Dicono, Jannik e Carlos, di cercare nuove soluzioni, magari di giocarla ogni due o tre anni, ma di riportarla alla sua antica natura, con i match in tre giorni. Faccio mia la loro proposta, spero abbia un seguito.

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