Binaghi: «Cobolli non ha nulla da invidiare a Scamacca, rivendichiamo pari diritti con la Nazionale di calcio»

Alla Gazzetta: «Ci stiamo avvicinando al calcio. Vedere il tennis monopolizzare la serata del primo canale è uno dei miei sogni diventato realtà».

Dc Roma 29/01/2025 - Il Presidente della Repubblica incontra la Federazione Italiana Tennis / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Angelo Binaghi

Il presidente della Federtennis Angelo Binaghi ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport per la vittoria della Coppa Davis da parte dell’Italia, la terza consecutiva, con il match decisivo giocato da Flavio Cobolli.

L’intervista a Binaghi

«Cobolli non ha nulla da invidiare a Scamacca, con tutto il rispetto per Scamacca. Rivendichiamo pari diritti con la Nazionale di calcio, perché l’obiettivo è rendere il nostro sport sempre più popolare».

Binaghi, vincere la Davis nella prima delle tre finali ospitate in Italia è un altro tassello del vostro piano di scalata?

«Sono state due settimane bellissime, prima le Atp Finals dominate da Sinner a Torino, ora la Davis conquistata a Bologna. E non ci fanno organizzare altro, altrimenti non ci saremmo fermati qui. La verità è che qualsiasi cosa si faccia, a tennis in Italia si vince sempre. Abbiamo vinto la Davis nonostante tre mesi di stop forzato al nostro numero 1, nonostante le settimane di infortunio del nostro numero 2. Aveva ragione Jannik: siamo uno squadrone anche senza di lui e Lorenzo Musetti. Ci possiamo permettere di tenere fuori un top 30 come Darderi, tennisti come Arnaldi, e vincere. Vuol dire che abbiamo un sistema che funziona. Potremmo giocare con 8-10 giocatori. Nel tennis maschile siamo la nazione più forte del mondo. Cosa dobbiamo fare di più?».

In effetti, in questi anni i tennisti azzurri hanno conquistato praticamente tutto. Qual è l’obiettivo per il 2026?

«Non parlerei di obiettivo, ma di obiettivi, al plurale. Dopo il trionfo di Jasmine Paolini dello scorso maggio, dobbiamo vincere gli Internazionali d’Italia al maschile, come non succede da 50 anni. Sinner poi deve tornare numero 1, Musetti deve entrare tra i top 4-5. Errani deve giocare tutta la vita. E ci aspettiamo ancora tanto da Jasmine. C’è un clima incredibile che va sfruttato».

La prima edizione delle Final 8 a Bologna ha avuto un impatto economico di 143,8 milioni di euro, accogliendo 47.877 spettatori unici, per un totale di 61.463 presenze giornaliere, di cui l’11,7% dall’estero. Cosa la rende più orgoglioso?

«Il gettito fiscale è stato di 24,2 milioni, quasi quattro volte superiore al contributo del Governo, pari a 6,5 milioni. Vorrei poi sottolineare un altro dato. Open Economics ha stimato 92 milioni di benefici sociali. Bene, il 49% è stato generato dalla fruizione degli incontri in chiaro in tv, su SuperTennis e Raiuno. Vedere il tennis monopolizzare la serata del primo canale è uno dei miei sogni diventato realtà. Questo ci fa capire quanto sia importante, per allargare la base di interessati e praticanti, rendere visibili a tutti i nostri campioni. Una recente indagine di Nielsen ha mostrato una forte riduzione del gap rispetto al calcio. Ci stiamo arrivando».

La Final 8 di Coppa Davis resterà in Italia, a Bologna, anche per i prossimi due anni. Si giocherà nel nuovo palasport?

«Sì, ci hanno assicurato che sarà pronto. La capienza sarà leggermente superiore (10.500 posti), ma soprattutto l’impianto sarà molto più funzionale perché, a differenza della soluzione di quest’anno, si presta per sua natura a un evento sportivo».

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