A Napoli doveva venire giù il mondo: catastrofe, dimissioni di Conte, invece non è successo niente (Carratelli)

Sul Corsport. Parole in libertà, i retroscena fasulli, gli sgub,la verità è che Conte va bene solo finché vince e anche quando vince ci sono quelli che rosicano

Conte

Dc Napoli 04/11/2025 - Champions League / Napoli-Eintracht / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Antonio Conte

A Napoli doveva venire giù il mondo: catastrofe, dimissioni di Conte, invece non è successo niente (Carratelli)

Mimmo Carratelli sul Corriere dello Sport si diverte a mettere a confronto la realtà del Napoli con le previsioni drammatiche che si erano affastellate la settimana scorsa. Esonero, dimissioni, spaccatura insanabile.

Ecco cosa scrive Carratelli:

Passata è la tempesta, non si sentiranno parole volare. Il Napoli si normalizza. La normalità non piace, non fa notizia, non dà titoli sui giornali, non eccita i talk show. Si scarica l’elettricità di un’attesa elettrica. Nei sette giorni che hanno sconvolto Napoli, Conte a Torino in licenza di decompressione, si auspicavano il botto, la rottura, le dimissioni di Conte, addirittura Conte deve andarsene, il Napoli non ha gioco, è secondo ma non ha gioco. Panzane e pregiudizi di un mondo di camerille, di un calcio di parole e gioco mediocri, i retroscena fasulli, gli sgub, le antipatie e le simpatie bene orchestrate, le fanfare per gli amici, la gogna per chi non sta nei giri che contano.

Conte e il Napoli. Senza ipocrisie, ruffianerie, bugie. Un allenatore scomodo, non solo per il carattere e l’ossessione della vittoria. Un comunicatore particolare, strategico, tormentato. A volte stenta a trovare la corretta espressione e si rifugia nei luoghi comuni, nelle frasi fatte, nelle espressioni dialettali, «io un morto non l’accompagno», che suscita scandalo, ma è una scappatoia spicciola. Ci sarebbe da sorridere. Diventa una tragedia. «Non siamo più squadra» è la pura verità, ma agli azzurri il modo ancor li offende.

Conte va bene finché vince. Che cosa gli vuoi dire se vince? Ma rosicano anche quando vince e, quando perde, ecco il momento atteso di dargli addosso. Perché ha un brutto carattere che s’è bevuto persino il brutto carattere di Aurelio. Conte non sopporta la sconfitta. È un limite? È il suo limite. 

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