Rivera: «Mi dà fastidio che in Serie A i pochi calciatori bravi siano stranieri. Avrei dovuto vincere un altro Pallone d’Oro»
A Tuttosport: «Ma mi dissero che dovevano darlo a Yashin. Bisognerebbe togliere potere ai procuratori, ormai comandano loro. Il calcio di oggi mi annoia un po': oggi il mio gol alla Germania non sarebbe possibile».

Db Bologna 16/06/2019 - Europeo Under 21 Italia 2019 / Italia-Spagna / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianni Rivera
L’ex calciatore Gianni Rivera ha rilasciato un’intervista a Tuttosport dove ha parlato della Nazionale italiana e dei giovani calciatori.
L’intervista a Rivera
Sembra che Gattuso rispetto a Spalletti abbia riportato entusiasmo:
«Contano i risultati. Gli allenatori si giudicano in base a quelli. Mi auguro per l’Italia che possa far bene.»
Pochi talenti a disposizione…
«Non ci sono campioni in questo momento ed è dura senza di loro arrivare a ottenere grossi risultati. Anche in Serie A ormai i pochi calciatori bravi sono tutti stranieri. Non può immaginare il fastidio che mi provoca questa cosa. Il nostro calcio non crea più grandi giocatori e la colpa è delle società che, invece di far crescere i ragazzi e portarli ad alti livelli, hanno lasciato tutto in mano ai procuratori».
Come se ne esce?
«Togliendo potere ai procuratori, ormai comandano loro. Gli agenti però fanno i loro interessi, non quelli dei club o dei ragazzi. Lo sanno tutti, ma pare che in Federazione non interessi a nessuno».
Cos’altro non apprezza del calcio moderno?
«Non mi piace vedere gli americani padroni del calcio italiano. Per fare i presidenti non basta avere i soldi».
Le partite attuali la divertono?
«Insomma. Il calcio è bello se lo pratichi, guardarlo mi annoia un po’. Oggi il mio gol alla Germania del ’70 non sarebbe possibile; la palla finirebbe nelle retrovie».
Ha dei rimpianti per la sua carriera?
«Avrei potuto vincere di più».
E’ vero che le sarebbe piaciuto allenare?
«Negli anni Ottanta potevo diventare l’allenatore del Milan, ma poi arrivò Berlusconi e mi propose di diventare presidente del Milan Club. A quel punto ho declinato».
Ci racconta un aneddoto sul Pallone d’Oro?
«In realtà avrei dovuto vincerne un altro già qualche anno prima, ma mi dissero che dovevano darlo a Yashin».











