Corrado Tedeschi: «La mia prima volta è stata a Buckingham Palace. Salvini a Doppio Slalom era un concorrente preparatissimo»
Al Corsera: «Nella tv di oggi vedo tanti programmi agghiaccianti, tanti talent tutti uguali. Il problema della tv di oggi è che questi ragazzi diventano prima famosi, poi forse bravi»

Gc Genova 04/08/2012 - amichevole / Sampdoria A-Sampdoria B / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Corrado Tedeschi
Il Corriere della Sera ha intervistato Corrado Tedeschi che a cavallo degli anni ’90, ha avuto un grande successo di ascolti con i suoi programmi e le telepromozioni, come «Doppio Slalom».
«Dopo la prima settimana non potevo più uscire per strada. Fu un successo spaventoso, facevamo numeri incredibili, ascolti pazzeschi. Essere riconosciuto per strada era bellissimo. E succede ancora adesso: sopra una certa età tutti sono cresciuti con quel quiz».
Tra i concorrenti ci fu Salvini.
«Ovviamente tutti abbiamo scoperto dopo chi fosse. A rivederlo era preparatissimo, sapeva cose che in genere un ragazzo a quell’età non sa, si vedeva che leggeva i giornali. Per quello che è successo dopo però io non c’entro niente: non sono responsabile».
Era sempre più emarginato, non aveva programmi suoi. Cosa era successo?
«Sono cominciati a entrare di mezzo gli agenti e io non ho mai avuto un agente, quindi… Credo di essere stato sempre molto affidabile, però ho scoperto che in tv per qualcuno gli ascolti contano, per altri no».
Ha lasciato Mediaset per Rai3 e sono arrivati cinque anni a «Cominciamo bene».
«Prima tre anni estivi con Ilaria D’amico e poi due con Elsa Di Gati. Era una trasmissione di grande successo, il direttore di rete ci chiamava la mattina: state facendo troppo, state rompendo le scatole a Rai1 e Rai2. Io mi meravigliavo di questi strani equilibri all’interno della stessa azienda. Mi sembravano tutti matti».
Ilaria D’amico?
«Una ritardataria patologica. Però poi arrivava in scena ed era perfetta, ci divertivamo».
Nella sua carriera ha avuto meno di quello che meritava?
«Sì, sicuramente. Però sono talmente felice con il teatro che anche le piccole amarezze televisive si perdono nel nulla. Dal ’90 ho portato in scena 50 spettacoli, con i teatri sempre pieni. Quando lasciai la tv per il palcoscenico, se ne andò anche il mio avvocato: mi disse che ero pazzo».
La tv di oggi le piace?
«C’è una domanda di riserva? Vedo tanti programmi agghiaccianti, tanti talent tutti uguali. Il problema della tv di oggi è che questi ragazzi diventano prima famosi, poi forse bravi».
La fedeltà non rientra tra i suoi pregi?
«Un marinaio fedele è un controsenso: le donne sono la cosa più bella del mondo e io ho frequentato tanti porti. E comunque sono d’accordo con Truffaut, le donne sono state create per migliorarci».
L’età che avanza?
«Fa girare le scatole, moltissimo. L’idea di non poter più giocare a calcio è la cosa che mi fa più male».
La prima volta a Buckingham Palace: non può essere vero…
«Giuro di sì. Ero a Londra con mio fratello e una sera conosciamo un ragazzo napoletano e con tre signorine andiamo a casa sua. Solo che lui faceva il cameriere a Buckingham Palace e aveva un appartamentino proprio dentro il palazzo. Non avevo neanche 14 anni ed è stata la prima volta. Reale, in tutti i sensi. Soprattutto per il palazzo».











