Trump vuole il suo nome sul nuovo stadio dei Washington Commanders. “È stato lui a renderne possibile la costruzione”
Espn: alcune fonti vicino alla trattativa: “potrebbe rendere molto difficile la vita a chi vuole costruire lo stadio, se non ottiene ciò che vuole”. Già discusse sul nome, voleva che tornassero ai Redskins

US President Donald Trump gestures during the award ceremony for the FIFA Club World Cup 2025 Champions, following the final football match between England's Chelsea and France's Paris Saint-Germain at the MetLife Stadium in East Rutherford, New Jersey on July 13, 2025. (Photo by ANGELA WEISS / AFP)
Donald Trump vuole che il nuovo stadio coperto dei Washington Commanders (squadra di football americano), che sorgerà sul sito del vecchio Rfk Stadium, porti il suo nome. Lo rivelano diverse fonti citate da Espn secondo cui la Casa Bianca avrebbe già avviato contatti riservati con un membro del gruppo proprietario della squadra guidata da Josh Harris, per esprimere il desiderio del presidente. “Sarebbe un nome bellissimo, visto che è stato il presidente Trump a rendere possibile la ricostruzione del nuovo stadio”, ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt.
Il progetto del nuovo stadio “Trump” da 65.000 posti per 3,7 miliardi di dollari
Domenica Trump sarà ospite di Harris alla partita casalinga contro i Detroit Lions e dovrebbe partecipare alle cerimonie dell’intervallo dedicate ai militari. La squadra, pur senza commentare ufficialmente, si starebbe preparando alla sua presenza e potrebbe discutere con lui del nuovo impianto, anche se non sono ancora avvenuti incontri formali. Il progetto del nuovo stadio da 65.000 posti, del valore di 3,7 miliardi di dollari, è stato approvato a settembre dal Consiglio di Washington. I Commanders copriranno 2,7 miliardi dei costi, mentre il Distretto investirà 1 miliardo per affittare la struttura alla squadra. L’impianto, la cui inaugurazione è prevista per il 2030, sarà circondato da un’area residenziale, un complesso sportivo e spazi commerciali: “il più grande progetto di sviluppo economico nella storia di Washington”, lo ha definito la sindaca Muriel Bowser.
Tributo al nome di Trump per averne favorito la costruzione
Trump, che a luglio aveva minacciato di bloccare il progetto se la squadra non fosse tornata al vecchio nome Redskins, non avrebbe alcuna intenzione di acquistare i diritti di denominazione. Vorrebbe invece che lo stadio portasse il suo nome come tributo o riconoscimento per il ruolo avuto nel favorirne la costruzione. Una fonte vicina alla trattativa ha spiegato che l’ex presidente “ha influenza per farlo accadere”, anche attraverso leve politiche e ambientali: “Può rendere molto difficile la vita a chi vuole costruire lo stadio, se non ottiene ciò che vuole.”
Aveva proposto di ribattezzare il Kennedy Center
Al momento, i diritti sul nome restano in mano ai Commanders, che potrebbero comunque venderli a uno sponsor aziendale. Tuttavia, la decisione finale sulla denominazione spetterà al District of Columbia Council e al National Park Service, che gestisce i terreni federali dell’ex Rfk Stadium. Il caso riporta in primo piano una delle costanti della carriera di Trump: la volontà di imprimere il proprio nome su edifici e strutture pubbliche. Quest’estate, alcuni legislatori hanno perfino proposto di ribattezzare il Kennedy Center come “Donald J. Trump Center for Performing Arts”.











