A L’Equipe Adani e la sua crociata per De Zerbi: «In Italia regna la gelosia. Da noi non perdonano successo e libertà»
In Italia De Zerbi non rilasciava interviste da anni prima di luglio, secondo Adani è «un pioniere, quindi in Italia è un eretico. L'Italia rimane radicata nei suoi vecchi principi e nelle sue dinamiche di basso livello»

Db Milano 26/04/2023 - Coppa Italia / Inter-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Daniele Adani
L’Equipe intervista Daniele Adani (protagonista di Viva el Futbol), amico, fratello eccetera di Roberto De Zerbi allenatore del Marsiglia.
L’Equipe presenta l’intervista con questo titolo:
Daniele Adani, l’influente testimone di Roberto De Zerbi in Italia, in una crociata per un migliore riconoscimento del lavoro del coach del Marsiglia.
E ancora, nel sommario: La scelta della carriera e l’approccio intransigente hanno un po ‘ emarginato Roberto De Zerbi nei media italiani, ma è in perfetta sintonia con Daniele Adani, la voce più influente del calcio italiano.
Adani ne parla così al quotidiano francese:
«Non parlo a nome di nessuno. Se alcuni non raccontano le gesta di Roberto De Zerbi, come ho notato, è perché in Italia regna la gelosia. Il calcio parla da solo, ed è il calcio che ci lega, non l’amicizia». Daniele Adani è stato un opinionista influente per oltre un decennio, apparendo sui canali tradizionali (Sky Italia e poi Rai) e sui social, dove ha accumulato milioni di follower. Proprio ciò che l’allenatore del Marsiglia evita. […] Questo, però, non preclude un rapporto sincero tra i due.
La loro (di Adani e Cassano in Viva el Futbol ndr) capacità di attrarre ospiti prestigiosi e il loro stile diretto non piacciono a tutti… e a volte De Zerbi ne paga le conseguenze. «Lele non è un amico, è un fratello. Detto questo, non dice le cose che gli suggerisco di dire, e viceversa. Ma i giornalisti mi attaccano per arrivare a lui», ha dichiarato l’allenatore italiano nel podcast Supernova lo scorso luglio, la sua prima apparizione su un media tradizionale italiano in quasi due anni.
«In Italia, due cose sono imperdonabili: il successo e la libertà», ha continuato Adani. «Voglio avvicinare le persone al calcio, e lui, attraverso il suo calcio, costruisce la lealtà. Non dovrebbe cercare di compiacere chi pretende un’intervista, un accredito, una maglia o la formazione della squadra, ma le persone, ed è questo che le dà fastidio.»
Tuttavia, le scelte di carriera di De Zerbi, che ha lasciato l’Italia quattro anni fa e ha allenato club relativamente poco conosciuti all’estero (Shakhtar Donetsk, Brighton, Marsiglia), lo hanno naturalmente allontanato dai media in patria
«Il nostro mondo è distaccato dalla realtà, anche se facciamo parte del popolo. Diecimila persone hanno potuto vedere Roberto nel suo ufficio al campo di allenamento della Commanderie. È un pioniere, quindi percepito come un eretico. Ma anche se l’Italia rimane radicata nei suoi vecchi principi e nelle sue dinamiche di basso livello, sta cambiando un po’. Basta guardare Fabregas (allenatore del Como) o Chivu (allenatore dell’Inter). Credo che un giorno vedremo Roberto alla guida di un grande club italiano.»











