Un giorno all’improvviso Djokovic s’è presentato al Kavouri Tennis Club di Atene e si è iscritto. Addio mia bella Serbia
Le Parisien e l'ex patriota Nole che oggi in Serbia è persona non grata. In Grecia ancora non ci credono: «Viene a giocare con i suoi figli, non ha mai rifiutato una foto o una chiacchierata con nessuno»

Parigi (Francia) 04/08/2024 - Olimpiadi Parigi 2024 / tennis / foto Imago/Image Sport nella foto: Novak Djokovic ONLY ITALY
Un giorno all’improvviso Djokovic s’è presentato al Kavouri Tennis Club di Atene e si è iscritto. Addio mia bella Serbia
Al Kavouri Tennis Club non ci potevano credere. Un giorno, all’improvviso, al circolo s’è presentato Novak Djokovic. “tutto solo, come se nulla fosse. Potete immaginare la reazione di tutti”, ricorda Alexia Souferis, proprietaria di questo prestigioso club a conduzione familiare situato nell’elegante periferia di Atene, otto campi circondati da pini e spiagge. Qui si allenano occasionalmente anche Stefanos Tsitsipas e Maria Sakkari. Ma quando il più vincente tennista della storia si è presentato per registrarsi, insieme ai suoi figli, come se fosse la cosa più naturale del mondo, a Giorgos Souferis, il padre di Alexia, per poco non veniva un coccolone. “Ha fatto circa dieci sessioni di allenamento con due dei nostri allenatori e viene a vedere i suoi figli giocare quando non è in viaggio. È molto aperto con le persone. Non ha mai rifiutato una foto o una chiacchierata con nessuno”, racconta a Le Parisien.
In Serbia Djokovic è considerato un falso patriota
Il fatto è che Djokovic anche acquistato una casa nell’elegante quartiere di Glyfada, a due passi dal Kavouri Tennis Club. I suoi due figli sono iscritti alla Saint Lawrence School, la scuola privata britannica di Atene. Ha anche cenato due volte con il Primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis, nella speranza di ottenere un “visto d’oro”, un programma che garantisce la residenza in cambio di un sostanzioso investimento immobiliare. Insomma, quello che un tempo era considerato eroe nazionale in Serbia, vicino al presidente Aleksandar Vučić, ora è descritto come un “falso patriota”. Colpevole di aver sostenuto gli studenti che protestavano da quasi un anno contro la corruzione, in seguito alla morte di 16 persone nel crollo di una stazione ferroviaria a Novi Sad, Djokovic è diventato persona non grata agli occhi delle autorità serbe”.
Un murale che lo raffigurava è stato recentemente deturpato con vernice nera nel cuore di Belgrado. In questo contesto, la scelta della Grecia – un paese ortodosso come la Serbia – è perfettamente comprensibile, secondo Marinos Tachtsidis, direttore del noto sito web Tennis24. “L’amore di Nole per la Grecia e la sua storia è ben noto, e il nostro paese offre un’eccellente combinazione di clima, sicurezza, qualità della vita e familiarità culturale con la Serbia. Le due nazioni condividono legami storici e religiosi, rendendo la Grecia una sorta di seconda patria per un serbo”. Lui per tutta risposta ha fatto spostare l’Open di Belgrado, torneo Atp 250 del quale la famiglia Djokovic detiene la licenza dal 2021… ad Atene.











