Binaghi: «Per la Federazione e per l’Italia è più importante Sinner numero 1 di un’altra Davis»
"Sapevo del no di Sinner alla Davis da un anno, ma speravo che ci ripensasse. E' una scelta condivisa: per chi l’ha già vinta vale come la Six Kings Slam"

Italy's Jannik Sinner celebrates after winning against US player Ben Shelton during their men's singles quarter-final tennis match on the tenth day of the 2025 Wimbledon Championships at The All England Lawn Tennis and Croquet Club in Wimbledon, southwest London, on July 9, 2025. (Photo by HENRY NICHOLLS / AFP)
Angelo Binaghi lo sapeva da un anno che Sinner avrebbe detto no alla Coppa Davis. Altro che decisione dell’ultimo momento, altro che ripensamento possibile. “Jannik lo disse davanti a me e al ministro Giorgetti a Torino”, dice il presidente della Federtennis in un’intervista alla Stampa ripresa da Dagospia. “Durante le Finals. Ho sperato che il lungo e forzato riposo per la squalifica gli facesse rivedere i programmi. E persino dopo il ritiro di Shanghai, mi sono detto: magari ci ripensa. Niente“.
Una scelta che “abbiamo capito e anche condiviso. La storia ci insegna che ogni sua rinuncia ha prodotto conseguenze positive. Sarà così anche questa volta: per la Fitp e per l’Italia è più importante che lui torni numero 1 di un’altra Davis”.
Si aspettava un minimo di riconoscenza? “Non ce n’era bisogno. Conosco Jannik fin da bambino, conosco la sua famiglia e il suo team. Erano stati chiari fin da subito, lo difenderò sempre e a prescindere. La riconoscenza nei confronti del tennis italiano si concretizzerà quando tornerà numero 1 al mondo”.
Il problema della Coppa Davis, dice Binaghi, è “che non dà punti per la classifica. Con un altro regolamento cambierebbe anche lo spirito dei giocatori. Così, a fine stagione, per chi l’ha già vinta vale come la Six Kings Slam. Con meno soldi e molta più fatica. E poi, prima di tacciarlo di disaffezione per la maglia azzurra aspettiamo 10 anni: se non la giocherà più ne riparleremo”.
Le critiche? “È l’effetto Kyrgios: gente che sta scomparendo in cerca di visibilità. Gli incassi a Bologna? Dobbiamo mandare via la gente dai biglietti che abbiamo già venduto. Abbiamo uno squadrone. Certo, con lui partiamo da un punto e mezzo a zero per noi, così invece sarà più equilibrata. Spagna con Alcaraz, Repubblica Ceca, Francia: ce la giochiamo con loro”.
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