Che partita si aspetta? Che ricordi ha dell’esperienza a Torino?

«Mi aspetto una gara difficile, contro una squadra che ha giocato alla pari del Real. Da affrontare con umiltà, ci saranno momenti di difficoltà che vanno affrontati e superati con il sacrificio. Alla Juve ci sono stato una stagione, da maro in poi a porte chiuse. Una stagione particolare, la soddisfazione di aver vinto lo scudetto a fine ciclo.»

Come mai questi infortuni?

«Si può fare il punto anche tutti i giorni, i giornalisti spesso vanno per luoghi comuni, quindi che l’infortunio sia colpa della preparazione. Oggi nel 2025 la preparazione non la sbaglia più nessuno. C’è l’alimentazione, la prevenzione, la fisioterapia, ci sono mille fattori. Gigot ha fatto un allenamento. Marusic gli salta l’aderenza alla vecchia cicatrice. Patric viene da un’operazione. Pellegrini è traumatico, Rovella è una problematica di 3 anni fa, irrisolta. Vecino è la stessa storia dell’anno scorso. Lazzari da quando lo conoscono ha sempre problemi al soleo, Zaccagni viene da un’operazione, Isaksen viene da una malattia. Dele-Bashiru è colpa nostra, di tutto l’ambiente, era tornato dalla Nazionale male e l’abbiamo forzato. Il derby non ha pagato. Poi ci sono stati Taty e Cancellieri. L’amaro in bocca ce lo lascia Castellanos perché ci dava buoni sensazioni. Cancellieri aveva qualche valore fuori regola, ma i risultati del giovedì ci sono arrivati il lunedì e pure quelli di Isaksen erano preoccupanti. Di 13 infortuni ne ho scartati 10 collegati ad altre cose. Dele l’abbiamo pagato noi.»