Il segreto dell’Aston Villa è in cucina, molti calciatori hanno la chef privata: Zena Weeks (Athletic)
«A un evento capii che molti atleti non mangiavano bene. Non capivano che bisogna nutrire il proprio corpo». In tanti si sono rivolti a lei

Berna (Svizzera) 17/09/2024 - Champions League / Young Boys-Aston Villa / foto Imago/Image Sport nella foto: Jacob Ramsey ONLY ITALY
Il segreto dell’Aston Villa è in cucina, molti calciatori hanno la chef privata: Zena Weeks (Athletic)
Diventare la chef personale dei giocatori di Premier League non era nei piani di Zena Weeks. È successo quasi per caso, «Mi sono ritrovata a fare la chef privata per calciatori», racconta. Eppure oggi il suo nome è legato a stelle come Morgan Rogers, Jacob Ramsey o Donyell Malen, e la sua cucina è diventata parte della routine quotidiana dell’Aston Villa. Tutto è iniziato lontano dai fornelli. Dopo la scuola di cucina, Weeks lavorava come event manager per England Athletics, e fu lì che si accorse delle cattive abitudini alimentari di molti sportivi: «Molti atleti non mangiavano bene. Non capivano che bisogna nutrire il proprio corpo. Così ho detto: “Perché non insegno loro come fare?”». Quel momento segnò la svolta. Lo racconta a The Athletic.
La chiamata dell’Aston Villa in Premier
A notarla fu Martin Gallyer, esperto di performance sportiva. Le chiese di preparare un pasto per un calciatore — senza dirle che si trattava di un test. Il cliente misterioso era Morgan Sanson, allora all’Aston Villa. Zena superò la prova e cominciò a cucinare ogni giorno per lui e la sua famiglia. Da lì il passo verso altri giocatori fu naturale: «I nutrizionisti dell’Aston Villa mi contattavano per chiedermi se potevo cucinare anche per altri, come Donyell (Malen)».
Oggi Weeks non è solo una chef privata, ma anche una figura educativa. Ha collaborato con la Villa Foundation organizzando laboratori di cucina per bambini e genitori, e ha fondato con Rogers e Ramsey l’iniziativa Cooking 4 Champions, nata per insegnare ai giovani sportivi l’importanza dell’alimentazione. «Ho raccontato loro del progetto della mia scuola di cucina, e hanno accettato di diventarne ambasciatori», spiega. Insieme stanno preparando anche un libro di ricette e consigli, rivolto ai ragazzi dei quartieri più difficili. «Morgan e Jacob parteciperanno a sessioni di cucina quando possono, e registreremo video dove cucineranno con me, creando schede con le loro ricette preferite».
Durante gli infortuni più carboidrati, dopo le partite più proteine
La vita di Zena segue il ritmo dei giocatori della Premier. Nessun giorno è uguale all’altro. «Possono dirmi cosa vogliono, ma siccome ormai mi conoscono, preferiscono la sorpresa!» dice ridendo. La sua giornata inizia alle sette del mattino, con la spesa, poi la preparazione dei menù personalizzati: niente piatti ripetuti nella stessa settimana, e ogni ingrediente pensato per favorire il recupero fisico. Durante i periodi di stop o infortunio, Zena aumenta i carboidrati; dopo le partite, più proteine. «Si aggiusta tutto, ogni settimana, ogni pasto. Se c’è una gara notturna, il menù cambia». È una sorta di “cucina tattica”, dove l’equilibrio tra nutrienti è studiato come un piano partita.
Le sue specialità: zuppa di verdure con otto tipi di ortaggi, aglio, zenzero e curcuma fanno benissimo
Ad Athletic mostra con orgoglio alcuni piatti del suo repertorio: «Ogni sera preparo antipasto, piatto principale e dessert. Se vogliono, cucino anche per le famiglie». La sua celebre zuppa di verdure contiene «otto tipi diversi di ortaggi, frullati insieme», mentre tra i secondi spiccano «bistecca a fettine sottili con pomodori, avocado, broccoli, riso e patate» o «pollo al forno con insalata di carote, cavolo e cipolla». Nel menù non mancano mai aglio, zenzero e curcuma: «Fanno benissimo». E poi c’è la Mauritian magic bowl, omaggio alle origini dei genitori: «Si serve capovolta, a strati, con un uovo e sei verdure diverse». Per i dessert, tutto varia in base al calendario: «Se è il giorno prima di una partita, preparo un budino di riso con purea di frutta. Dopo una gara, invece, magari una Bakewell tart fatta in casa».