Tudor juventino a malapena sopportato. Dal club che voleva farlo fuori, e dall’ambiente che sogna sempre un top

Eccessive e fuori luogo le critiche che lo circondano. Gli imputiamo solo di non avere il coraggio di far giocare Vlahovic fregandosene degli input di parte della società

Tudor

Mg Verona 20/09/2025 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Igor Tudor

Tudor juventino a malapena sopportato. Dal club che voleva farlo fuori, e dall’ambiente che sogna sempre un top

Igor Tudor è arrivato alla Juventus come traghettatore. È arrivato con i galloni dello juventino doc ma il suo mandato era a tempo. Obiettivo: salvare una nave che stava per affondare definitivamente. Risultato finale: quarto posto e soldi della Champions. Il Tudor delle prime settimane è ripartito dalla semplicità e dall’ordine: ci sono le gerarchie, c’è un capitano, ci sono i titolari e i panchinari. Sappiamo poi cosa è successo nell’ultima settimana di maggio. Madama – o comunque una parte del suo gruppo dirigente – ha cercato di riportare alla Continassa Antonio Conte. Operazione fallita. Non contenti, last second hanno provato a convincere il sergente Gasperini. Nel frattempo Tudor allenava la squadra in vista del Mondiale per il Club dove va detto laicamente la Juventus non ha sfigurato.

Sia come sia, Tudor rimane perché lo impone il contesto e perché in fondo non ha fatto male nei suoi primi mesi. Il croato ama la Juventus e sognava di diventare il tecnico di Madama, parola del suo grande amico Alessio Tacchinardi.

Tudor è dunque uno juventino sopportato. Sopportato dall’ambiente che sogna sempre un top class come guida tecnica e percepisce il ragazzo di Spalato come una figura di passaggio. E in fondo sopportato dall’opinionismo calcistico che elogia Chivu ma non lui.

La stagione non è partita con i fuochi di artificio. Igorone è partito forte con un filotto di tre vittorie una delle quali contro la finalista della Champions dello scorso anno. E poi cinque pareggi: Borussia (seconda classifica in Bundesliga), Villarreal (terza in Liga nel 24/25), Atalanta, Milan e Verona. Ieri sera Tudor davanti alle telecamere si è lasciato scappare: “Con due goal in più avremmo due vittorie e saremmo primi”. La Juventus del bistrattato Tudor è a tre punti da Napoli e Roma, ha due punti in Champions – e sappiamo che la classifica della coppa dalla grande orecchie si dovrà guardare solo a dicembre per capire qualcosa – e, dato non banale, non ha mai perso.

Tutto da buttare? Tudor da processare? Esagerato esaltarlo ma altrettanto demolirlo. Se c’e una critica che forse gli si può addebitare è la scelta del reparto offensivo. Vlahovic è l’attaccante più forte della Juventus, per distacco, e forse lo è della serie A. È in scadenza ma finché indossa i colori bianconeri Tudor deve metterlo in campo. Anche se riceve pressioni contrarie da parte di un pezzo di società. La stessa società con cui Tudor ha discusso del mercato. Raccontano fonti qualificate di un faccia a faccia con Comolli prima del match con il Parma. Nel corso del quale il tecnico croato si sarebbe lamentato di aver richiesto “tre trentenni di esperienza” a cominciare da un centrocampista. La storia di Tudor è più o meno questa. Ecco perché difenderlo oggi è cosa buona e giusta.

Correlate
De Bruyne

Il problema De Bruyne

di - Hilbert e i 23 grandi problemi matematici. Accanto ai dilemmi sulla coerenza della aritmetica, a fianco delle geodetiche, alle assiomatizzazioni della fisica, ce n'era un 24esimo