Allegri: «Leao? C’è un vecchio detto: aiutati che Dio ti aiuta. A Dan Peterson ho chiesto della sua 1-3-1, c’è sempre da imparare da lui»
In conferenza: «Con la Juventus nessuna rivincita. Non sbaglierò panchina, anche perché le hanno cambiate. Il calcio è cambiato, gli atleti oggi sono cambiati, come nel basket»

Db Milano 23/08/2025 - campionato di calcio serie A / Milan-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida tra Juventus e Milan che avrà luogo domani sera allo Stadium, ore 20:45. Di seguito un estratto significativo di quanto dichiarato.
Allegri: «Il calcio è cambiato molto, questa con la Juve non è una rivincita»
Sarà una partita speciale per lei?
«È stata una settimana normale per me. Domani conta la partita, i sentimenti ci sono ovviamente dopo 8 anni di Juve, spero di fare 8 anni anche al Milan. Domani è una partita importante contro una squadra che non ha mai perso. Sarà una bella partita da giocare.»
Non c’è il rischio di sbagliare panchina domani allo Stadium?
«No, perché hanno invertito le panchine (ride, ndr) dello Stadium. Per me andare in panchina è sempre una grande emozione. Noi dobbiamo restare concentrati sull’obiettivo finale, il Milan deve tornare a giocare la Champions. Per farlo dobbiamo continuare a lavorare, mancano tante partite e tanti punti. Ci saranno anche momenti difficili, noi dobbiamo continuare a lavorare per raggiungere il nostro obiettivo: riportare il Milan in Champions.»
Cosa le ha detto Dan Peterson?
«Con Dan ci siamo un po’ confrontati su come sia cambiato il basket e sui cambiamenti del calcio partendo dalla sua mitica 1-3-1 che ammiravo quando, da bambino, vedevo giocare le sue squadre. Negli ultimi partite riuscivano a ribaltare le partite, erano straordinari. Anche nel basket, prima, c’era molta più tecnica e meno fisicità. Il calcio è cambiato, come il basket. Quello che mi ha fatto impazzire è parlare con Dan, un uomo di ormai quasi 90 anni, che ha una carica ancora straordinaria. È stato molto bello. Spero di avere altre possibilità per confrontarmi con lui perché c’è sempre da imparare.»
Sente voglia di rivincita nei confronti della Juve?
«Non è una rivincita. Quando sono andato alla Juve ho ringraziato il Milan per i primi 4 anni. Prima di tornare qui ho ringraziato la Juve. Domani non è una rivincita, sarà una bella partita. Fortunatamente andrò in panchina, mi sembrava strano l’altro giorno dopo le squalifiche che ho preso (ride, ndr). Dovremo fare una bella partita tatticamente. Difesa? Contro il Napoli abbiamo difeso bene, ma potevamo fare meglio come nell’azione del rigore.»
Domani le andrebbe bene un pareggio?
«Per raggiungere l’obiettivo finale serve un certo numero di punti. Di solito per il quarto posto servono 74-75 punti. Domani dobbiamo giocare una partita molto tecnica: loro pressano tanto, hanno fatto sempre gol, hanno giocatori importanti. Quando ci sono gare così, di solito vengono fuori belle partite, sono gare belle da giocare.»
Luis Enrique preferisce guardare le partite dalla tribuna…
«Io preferisco vivere la partita dalla panchina. Domani andiamo a Torino per fare risultato.»
Gli ultimi minuti contro il Napoli sono stati intensi per lei, ce l’hanno ricordato le immagini social del calcio al pallone.
«Ho calciato bene, ma devo migliorare. La cosa importante era portare a casa la vittoria.»
Com’è il momento del Milan dopo il Napoli?
«La Juve ha un punto in meno e domani c’è lo scontro diretto. Dobbiamo continuare a lavorare. Manca ancora tanto, dobbiamo fare un passo alla volta, non abbiamo vinto il campionato o raggiunto la Champions. Serve equilibrio.»
Che stagione è? Andrete avanti a giocare così?
«Stiamo giocando in questo modo al momento, magari tra tre mesi giocheremo diversamente e farò altre scelte. L’unica cosa che non cambia è l’obiettivo finale e arrivare a marzo in buona posizione per giocarci qualcosa.»
Questa Juve è più forte della sua ultima Juve?
«Il calcio è cambiato tanto, non si possono fare paragoni con il passato. È una Juve diversa, come questo è un Milan diverso da quello che ho allenato la prima volta.»
Su Leao
«Leao deve iniziare ancora la stagione praticamente. Ha grande voglia di fare. Non è nelle mie mani, ma nelle sue mani. Leao sa che è una stagione importante per lui. C’è un vecchio detto: aiutati che Dio ti aiuta. Ha bisogno della squadra, e la squadra ha bisogno di lui. Non vede l’ora di fare bene, proprio come tutti gli altri. Ho imparato una cosa: dire ‘domani faccio questo perché è il momento di cambiare non va bene’. Il momento di cambiare è quando me ne accorgo.»