Liberty media vuole “resettare” l’albo d’oro delle moto, Agostini: «Siamo matti?»
Vorrebbero contare nel palmarès solo i titoli vinti in Motogp, niente 250 o 125. Ago a Repubblica: "Quei Mondiali sono miei e nessuno me li toglie"

Db Milano 14/12/2021 - Gazzetta Sports Award 2021 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giacomo Agostini
La nuova grande idea di Liberty Media per ravvivare la MotoGp appena acquistata è cambiarle la storia: hanno intenzione di contare nel palmarès di un pilota solo i titoli vinti nella classe principale. Niente 250 o 125, quelle non contano più. Tradotto in numeri: Marquez in Giappone vincerebbe il suo settimo mondiale di MotoGP, Valentino Rossi passerebbe a 7 titoli. Ma ancora peggio: campioni come Max Biaggi, Loris Capirossi, Marco Simoncelli o Angel Nieto starebbero a zero. “Non scherziamo – dice a Repubblica il vincente della storia, Giacomo Agostini – Gettare la storia nella spazzatura? Così non si fa”.
“Quei mondiali sono miei e non me li toglie nessuno. Ne ho parlato con Jorge Viegas, il presidente della Fim: è la Federazione internazionale che decide, mica Liberty Media. Tra Phil Read, Jim Redman e Mike Hailwood dovremmo dimenticarci di 16 mondiali, strappare le pagine dei libri: siamo matti?“.
Secondo Agostini se si vuole cambiare qualcosa per lo spettacolo bisogna togliere: “Meno elettronica e aerodinamica: se sto per cadere per terra o la moto s’impenna, ci devo pensare io. Col mio polso. Non schiacciando un bottone. La gara devono vincerla i piloti, mica la tecnologia. La potenza non serve: lo spettacolo non lo fai con la cilindrata, ma col talento”.
Al giochino “meglio Ago, Valentino o Marquez?” risponde così: “Nessuno lo dice, ma ognuno di noi sarebbe convinto di battere gli altri: potete scommetterci. Alla fine, il mio segreto sarebbe la precisione in pista e nel box: sono sempre stato un maniaco della messa a punto, facevo impazzire i meccanici e lavoravamo fino a notte fonda, ma alla fine mi davano ragione perché si vinceva insieme”.
“Ogni epoca è bella, a modo suo. Certo, la mia era più romantica: eri amico dei tuoi avversari e dei meccanici, i tifosi e le ragazze impazzivano per te, vivevi in maniera più avventurosa. Oggi è tutto un po’ più freddo, però grazie ai materiali e le vie di fuga è più sicuro: le tragedie sono sempre meno, fortunatamente. E sono felice di essermi battuto per togliere il Tourist Trophy dal programma del mondiale: ogni anno morivano 3-4 ragazzi a cui volevo bene. Adesso sull’isola di Man sei tu che decidi se prenderti il rischio di correre o meno”.