Non c’è più la Rubentus di una volta, il disastro Var colpisce proprio la Vecchia

A rubare la scena sono le figure più disastrose del calcio italiano: il Var e l’arbitro. Al Pisa viene assegnato l’unico rigore che non c’è.

Rubentus

Db Philadelphia 22/06/2025 - FIFA Club World Cup 2025 / Juventus-Wydad / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Igor Tudor

FALLI DA DIETRO (rubrica nata nel 2008. Le rubriche omonime nate successivamente sono imitazioni)
COMMENTO ALLA 4° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2025-26

La Champions pesa.
Pesa per i bauscia che vincono senza passeggiare contro i ceramisti.
Pesa per la Vecchia che a stento rimedia il pari al Bentegodi.

La Champions pesa anche per gli azzurri scudettati.
Pesa il passaggio da un atteggiamento mentale a un altro.
Dopo le luci dell’Etihad.
Dopo aversela vista a tu per tu con giganti del tipo Haaland, Doku, Foden e Rodri, diventa naturale minimizzare l’impegno di affrontare Canestrelli, Moreo e Lorran.

Ed ecco una partita svagata di una squadra confusa.
Ci mette 40 minuti per andare in vantaggio con Gilmour, risparmiato allo stress inglese.

Ma a rubare la scena è la figura più disastroso del calcio italiano.
Il Var e l’arbitro.

È la loro giornata di follia.
Decisioni da mani nei capelli in molti campi.

Con una novità clamorosa.
Che a subire pare sia stata la Vecchia.

Proprio così. Non c’è più la Rubentus di una volta.

Al Maradona da registrare almeno tre falli da rigore a favore del Pisa. Duro ammetterlo, ma è così.
Ma al Pisa viene assegnato l’unico rigore che non c’è.
Una catastrofe.

Gli esterni azzurri spingono il Napoli ed è Spina – migliore in campo – a riacciuffare il vantaggio.

Sembra fatta col primo goal azzurro di Lorenzo Lucca.
Bello, ed è bello l’abbraccio col Feroce Salentino.

Ma nel finale gli azzurri decidono di complicarsi la vita.
Dopo Manchester il capitano si ripete.
E confeziona un’altra frittata che riapre la gara.

Ultimi minuti da brividi. Il Napoli rischia tre volte.
Troppe, contro la squadretta che è di passaggio in Serie A.

Insomma una vittoria faticata. Ma pur sempre una vittoria. Vetta in solitaria.
Perché la Juve esce dal Bentegodi con solo un punto. Ed esce smadonnando.

Antonio Rapuano fra i protagonisti negativi di giornata.
Tanti episodi. I più clamorosi la sbracciata di Orban su Gatti che non è un santo.
E il rigore ai Giulietti per il “mani” di Joao Mario.
Polemiche interminabili.
Alla fine l’Aia non ne può più e retrocederà il reprobo in serie B.
Poi si ricomincerà con la fiera degli orrori.

Vivace quarta giornata.

A Udine stupisce il Diavolo.
Mai visto una squadra di Acciughina giocare così.
Fofana’, Modric, Rabiot, Loftus Cheek, Ricci, contenderanno al Napoli il titolo del centrocampo più forte d’Italia.

Ma al Dacia si registra un altro fantastico record di cui Gravina e c. andranno fieri.
Tre italiani in campo su 32, cambi compresi.
All’Olimpico c’è il Derby.
Ed è Lorenzo Pellegrini a decidere.
Quello che probabilmente è il talento più puro del magro calcio italiano. Quello tanto contestato.
E’ lui che regala la vittoria ai Sangue-Oro.

Forse sarebbe stato più giusto il pareggio ma i derby sono così.

Sbaglio o la Lazio girava meglio l’anno scorso con Baronio?

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